martedì 25 ottobre 2016

CLAUDIO FERRACCI E "LA BIBLIOTECA DELLE NUVOLE"

L'AUTORE

Claudio Ferracci si interessa di disegno e di fumetti da sempre. Nella metà degli anni ’80 dà vita con quattro amici al gruppo Flit, che produce l’omonima rivista. Nel 1993 fonda l’associazione UmbriaFumetto, con la quale organizza l’omonimo festival fino al 2000. Nel 2002 fonda a Perugia la Biblioteca delle Nuvole, biblioteca pubblica di fumetti divenuta comunale nel 2005. È stato tra i fondatori della rivista umoristica TFR e vignettista del web magazine Umbria24. Fa parte del gruppo “FumettistisuRai3”. Ha illustrato il “Mercante in Fiera alla perugina”, il “Mercante dei freghi perugini”, la “Tombola alla perugina”, il “Pinocchio n’perugino” e “ Capuccetti rosci”.


BREVE INTERVISTA

D- Immagino che i fumetti siano stata la tua passione sin da bambino. Quando hai capito che sarebbe diventato un impegno lavorativo?
R-  Non si può chiamare impegno lavorativo, nel mio caso, anche se ci assomiglia molto. La passione però è vera, ma non proprio per il fumetto quanto, in modo più allargato, per il disegno, che mi è stata trasmessa da un amico d’infanzia, in prima elementare. Poi di fatto dove potevi godere di tanto disegno, essendo un ragazzino nei primi anni’60, se non nei fumetti?
D- Consiglieresti ad un giovane di oggi, di intraprendere la strada dell'illustrazione e del fumetto?
R-  Faccio volentieri mia una risposta che ho sentito dare da Vittorio Giardino. Interpellato sul tema Vittorio, ha detto che non consiglierebbe a nessuno, oggi, di intraprendere questo tipo di carriera, ma se sei uno che non può fare a meno di disegnare è la vita per te. Credo che abbia espresso il succo del problema: oggi si può fare, ma con tanta passione e spirito di sacrificio.
D- Quali difficoltà riscontri nella tua attività, con l'editoria italiana?
R-  nella mia attività, che è poi quella di gestire una biblioteca di fumetti, trovo due grandi difficoltà:
- Le leggi di mercato e il calo di lettori hanno portato al frantumarsi dell’offerta di albi e libri a fumetti ed all’aumento dei prezzi, cosicché oggi è praticamente impossibile acquistare tutto. Questo dato, unito alla crisi economica delle pubbliche amministrazioni, rende utopico pensare che esistano strutture come le biblioteche in grado di conservare, a beneficio degli utenti futuri, questo patrimonio culturale.
- Il mancato investimento dell’editoria italiana, negli ultimi 40 anni, sulla produzione destinata ai bambini ha portato ad uno “spopolamento” di lettori. Oggi i nostri sforzi per avviare alla lettura dei fumetti nelle scuole primarie sono in gran parte invalidati da questa mancanza.
D-  Credi che il fumetto sia al tramonto, visto il proliferare di videogiochi ed il costo dei materiali cartacei, tipografici e di distribuzione?
R-  Credo che il fumetto non morirà. Certamente non sarà mai più un prodotto di massa. Certamente dovrà adeguarsi dal punto di vista della fruizione e distribuzione.
D-  Possono le librerie specializzate, costituire un minimo di speranza per l'editoria in proprio ed una distribuzione mirata, per quanto settoriale?
R-  Credo che il modello della libreria specializzata abbia avuto la sua importanza; specie per la visibilità degli editori piccoli e indipendenti. Credo però che il futuro sia nella mediateca, uno spazio dove si possano acquistare, a pari dignità espositiva, libri, film, dischi e fumetti. Certo questa svolta richiederà operatori competenti e non “razzisti”.
D-  In nord Europa, specialmente in Francia ed in Belgio, è tutt'ora attiva un'editoria specializzata in fumetti, specialmente cartonati e graphic novels; credi che tale esperienza si possa tentare anche in Italia?
R-  Credo che Francia e Belgio, mercati tradizionalmente molto più forti del nostro, siano in forte contrazione, mentre gli altri mercati del nord Europa sono molto indietro, seppure stiano guadagnando terreno. La naturale evoluzione del consumo del prodotto fumetto in Europa è di diventare sempre più simile al libro, sia come confezione sia come distribuzione. In Germania i libri a fumetti tipo graphic novel vendono più dei manga giapponesi. Il nostro problema è un’editoria che ha sempre inseguito il miraggio di un prodotto popolare, destinato a grandi e piccini, di grande tiratura e capillare distribuzione. Se l’ultimo fenomeno del genere è stato Dylan Dog trent’anni fa, forse si impone una riflessione.
D- Puoi darci qualche informazione sulla "Biblioteca delle nuvole" ?
R- la Biblioteca delle Nuvole di Perugia nasce nel 2002 come espressione dell’associazione culturale UmbriaFumetto, ma dal 2007 diviene biblioteca comunale specializzata in fumetti e libri illustrati. La biblioteca fornisce un servizio di consultazione e prestito gratuito. Ha una sola realtà paragonabile, il Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona, attivo dal 1988. Nata dalla cessione in comodato di una collezione privata, conta oltre 55.000 titoli tra riviste, albi, volumi a fumetti, testi di saggistica sul fumetto, l’illustrazione e la comunicazione visiva, libri illustrati, manualistica sul disegno e l’illustrazione, fumetti in lingue straniere. L’associazione che la gestisce organizza presentazioni di libri, incontri con autori, corsi di disegno e sceneggiatura per adulti e per ragazzi, in sede o nelle scuole di ogni ordine e grado. Inoltre collabora all’ organizzazione di eventi sul fumetto e non solo, quali PerugiaComics, DrawingMasters, Orvieto Comics, Tiferno Comic Fest, Cantine in Centro, LarsRockFestival, L’UmbriacheSpacca, Figuratevi, ImmaginarioFestival e molti altri.

LA BIBLIOTECA DELLE NUVOLE

La Biblioteca delle Nuvole di Perugia in Via del Fosso-Via Magnini (zona Stadio), è una delle più grandi biblioteche specializzate di fumetti ed illustrazione in Italia. L’ ingresso è libero e la consultazione gratuita, si può usufruire di un servizio prestiti ed è inoltre possibile organizzare visite guidate su appuntamento. L’associazione organizza inoltre corsi di disegno, corsi di tecnica del fumetto, seminari, incontri con autori, mostre personali e tematiche, conferenze e proiezioni. Si offre inoltre consulenza per tesi di laurea.





Via del Fosso – Via Magno Magnini
(presso la scuola media Pascoli)
Perugia, Italy


La biblioteca delle nuvole sarà a LUCCA 2016

domenica 23 ottobre 2016

L'AUTORE: MORENO CHIACCHIERA DIGITALE: QUALE PROGRAMMA?

L'AUTORE

Moreno Chiacchiera
Nasce a Foligno nel 1957 (festeggia il suo compleanno lo stesso giorno di Topolino, il 18 novembre!), nel mondo del fumetto e dell’illustrazione praticamente da sempre, già nel 1983 ha pubblicato il suo primo fumetto “ROCKSTORY” storia del rock a fumetti pubblicata con la rivista Rockstar, e vari altri fumetti a scopo didattico distribuiti dalle maggiori testate italiane, fino al 2012 quando pubblica un fumetto sulla storia di Foligno e della Giostra della Quintana. Tra il 2014 e il 2015, pubblica due volumi di vignette umoristiche: “IL MIO CARO VECCHIO WEST” e “MEDIOEVO… E DINTORNI”. Collabora come illustratore e cartoonist con le più importanti case editrici italiane (tra cui Panini, Mondadori, De Agostini, Zanichelli, Giunti, Loescher, Rusconi, ecc.) e straniere (tra cui Oxford University Press, Cambridge University Press, Mcmillan, Rising Stars, York Press, Bramblekids, QED publishing, PowerKids press NY, ecc.) specializzate in editoria per ragazzi; i suoi lavori vengono pubblicati, oltre che in Italia, in Inghilterra, USA, Canada, Australia, Giappone, Spagna, Germania, Francia, Austria, Polonia, Paesi Arabi e Caraibi.
Accademico di Merito all’Accademia di Belle Arti di Perugia, membro dell’Associazione Autori d’immagini (ex Assoc. Illustratori), della Society of Children’s Book Writersand Illustrators of America, dell’Art Directors Club of New York, della britannica Beehive Illustration Agency. Selezionato dalle Giurie dell’Annual Illustratori Italiani, riceve gli “AWARD” per l’illustrazione negli anni 2007, 2008, 2013, 2014 e 2015. È l’ideatore ed organizzatore di “RIONE CASSERO IN COMICS” a Foligno, che nell’edizione 2015 ha raccolto le opere di 93 tra i più importanti autori italiani e stranieri del fumetto e dell’illustrazione.

Moreno Chiacchiera

 INTERVISTA BREVE

D- Immagino che il disegno sia stata la tua passione sin da bambino. Quando hai capito che sarebbe diventata la tua professione?
R- Esatto; le cronache familiari dicono che a 2 anni facevo le macchinine da corsa con tanto di pilota e fumo, più precisamente erano delle supposte con un cerchietto sopra ed un ricciolo che usciva da dietro, fino ad arrivare a 4 anni quando feci il mio primo elefante “cubista” (cioè quadrato, non da discoteca) e il primo sentore di fumetto sempre a quell’età con una forchetta ed un cucchiaio con occhi e bocca che si tenevano per mano; poi all’età di 6 anni ricopiavo dall’inizio alla fine tutti i fumetti di topolino (con il quale ho un legame particolare essendo nato nello stesso giorno...il 18 novembre!). Nel tempo ho sempre disegnato, lavorando anche come Art director in pubblicità e nello stesso tempo facendo illustrazioni, fino ad arrivare al giorno in cui ho deciso di fare solo l’illustratore, che è la mia attività principale; fumetti e l’umorismo, possiamo dire che li faccio per divertirmi non avendo la necessità di ricavarne la sopravvivenza... fortunatamente!

D- Consiglieresti ad un giovane di oggi, di intraprendere la strada dell'illustrazione e del fumetto?
R- Se ha le capacità e la passione, sicuramente sì, più nell’illustrazione che nel fumetto, ma ovviamente questo dipende appunto dalle capacità stilistiche; poi come sempre dico, la bravura non è sufficiente se non supportata da una forte passione, perché è proprio quest’ultima che ti stimola ad andare avanti e fare sempre meglio; molti “geni” del disegno purtroppo si sono persi per strada proprio perché mancavano della giusta dose di passione, senza la quale si rimane sempre dei buoni esecutori ma dei cattivi creativi!

D- Quali difficoltà riscontri nella tua attività, con l'editoria italiana?
R- L’editoria in generale purtroppo in Italia è sempre sofferente; per quello che mi riguarda, lavorando per l’editoria per ragazzi, nel ludico e prevalentemente nello scolastico, non sento particolarmente la crisi, ma la differenza tra l’editoria italiana e straniera è nell’approccio e nel merito: in Italia si ha un ottimo rapporto con le persone delle redazioni, ma la casa editrice dalla quale dipendono a volte ha degli atteggiamenti scostanti e direi anche “presuntuosi” nei confronti dei suoi collaboratori, mentre all’estero le cose cambiano, spesso sono i vertici stessi delle case editrici che anche a distanza di tempo ti fanno i complimenti per i lavori che hanno successo; aggiungo che specialmente nell’editoria anglosassone, l’uso dell’illustrazione è molto più consistente di quella italiana;  addirittura negli USA quando partecipi come illustratore, puoi essere sicuro che avrai il nome in copertina!

D- Puoi descriverci brevemente, le tecniche che usi? Digitale, tradizionale o entrambi?
R- Io vengo da un’educazione artistica (istituto d’Arte e Accademia di Belle Arti di Perugia della quale sono onoratissimo di essere stato inserito tra i suoi “Accademici di Merito” nel 2008), quindi in quanto tale ho la conoscenza di quasi la totalità delle tecniche di disegno e colorazione, ma ovviamente molte rimaste ad un livello teorico, mi piace molto la grafica in bianco e nero con la quale mi diverto quando prendo parte alle fiere del fumetto, proprio perché in quei momenti posso dare libero sfogo alle mie passioni “disegnanti”. Nell’ambito professionale gli editori preferiscono avere files digitali, quindi oramai sono anni che lavoro prevalentemente in digitale, una tecnica che sicuramente snellisce molto i tempi di lavorazione, ma sicuramente le cose fatte in digitale non hanno quel fascino tipico delle cose fatte “in casa” con carta, matita e colori. Comunque l’importante è disegnare, disegnare... e disegnare. Dobbiamo ritenerci fortunati ad avere queste capacità, non ci aiuteranno a vivere più a lungo, ma sicuramente a vivere meglio!




LA TECNICA

DIGITALE: QUALE PROGRAMMA?
Il progresso tecnologico delle tavolette grafiche (ne abbiamo parlato in post precedenti), ha spinto molti autori ad usare il computer mettendo da parte china e pennelli. La velocità di esecuzione, la possibilità di correzioni immediate, la consegna dei files via web, hanno facilitato tali abitudini. Il lavoro è lavoro e quindi, bisogna fare conto sulla produttività e sul contenimento dei costi. La nostra personale opinione è che comunque, quando vai a visitare una mostra di fumettisti famosi, ancora provi emozione davanti alle loro tavole originali e, come abbiamo già detto, è un po' la differenza che si prova davanti ad un dipinto e la sua riproduzione stampata. Tant'è: non torniamo al carretto perché ci manca il rapporto con il cavallo ed usiamo quindi, l'automobile. Una volta acquistato l'hardware digitale, sia esso un computer abbastanza potente ed una tavoletta grafica (un investimento piuttosto costoso e che diventa obsoleto in poco tempo), abbiamo bisogno anche del software con il quale realizzeremo i nostri capolavori. In questa fase, tralasciamo i programmi "vettoriali" dei quali parleremo in altra occasione e puntiamo su quello cosiddetti "bitmap". Si tratta di una serie di software più o meno conosciuti che consentono all'artista di esprimersi con i mezzi per lui più idonei, dalle matite ai pennelli, dai pennini ad ogni forma di colorazione. Principe di tali programmi, è PHOTOSHOP, strumento ben noto ai fotografi e ai grafici: fino a poco tempo fa, il programma richiedeva un notevole sforzo per l'acquisto; oggi, l'Adobe ha ben pensato di offrirlo in forma di pagamento mensile dal costo più che accettabile, tramite abbonamento che si può disdire quando si vuole. Non è da considerare un programma facile e ci vuole un buon periodo di apprendimento per venire a conoscerne i suoi segreti. Possiamo però affermare, che ad un fumettista o illustratore, basta l'apprendimento di relativamente pochi strumenti e funzionalità. Altro programma molto famoso tra i fumettisti, è Clip Studio (derivante dal noto Manga Studio). Il programma ha un costo accettabile, ma la quantità stratosferica di menu e possibilità, lo rendono forse, il più difficile da padroneggiare ed ogni volta, se ne scopre qualche possibilità nascosta. Diciamo che richiede un lungo periodo di apprendimento che talvolta, può stufare l'utente alle prese con le innumerevoli finestre e sottomenu, da aprire e scoprire. Altro pilastro della grafica pittorica e dell'illustrazione, è il famoso Corel Painter: il programma, pensato per ogni tipo di artista, ha a disposizione tutti gli strumenti per disegnare che neanche una cartotecnica potrebbe sognare. Ed è qui il suo punto debole (oltre al costo non indifferente che supera i 400 euro): il software non è così intuitivo come può sembrare e anche in questo caso, l'apprendimento è piuttosto lungo e complesso. Poco conosciuto, è il suo fratellino minore, il Painter Essential che con una cifra di meno di 50 euro, fa tutto quello che serve a un disegnatore di fumetti ed a un illustratore. Solo in inglese, è abbastanza intuitivo, semplice da usare e, come dichiarato nel suo nome, essenziale. Altri software simili e poco costosi, di trovano in rete; facciamo solo un esempio: Art Rage nella sua versione pro (meno di 50 euro) e light (meno di 30 euro). Anche qui, il programma concede veramente l'essenziale, ma dai risultati, sembra che si possa eseguire comunque, qualunque tipo di illustrazione o fumetto.

Pino Antonelli


Clip Studio (manga Studio), Corel Painter, Painter Essential





sabato 22 ottobre 2016

I FUMETTI, LA POP ART E LA MUSICA TRA GLI ANNI 1960 - 1970

Non poteva mancare il fumetto nell'espressione della POPART e, di conseguenza, la realizzazione di copertine di album. Capostipite e guru di questo movimento artistico, fu Andy Warhol. Uno studio al quinto piano di un palazzo newyorkese, al 231 East 47th Street, tra il 1962 e il 1968 fu il cuore pulsante di una vera e propria rivoluzione artistica, guidata da un genio. Era The Factory, la "fabbrica", il luogo in cui Andy Warhol creava la magia: nato come punto di ritrovo per artisti, vi orbitarono numerosi personaggi, un vero e proprio entourage per Warhol, che lavorava giorno e notte ai suoi dipinti. Alla Factory vennero create le famose serigrafie, ma non solo: le persone di cui dicevamo prima aiutavano l'artista a creare i suoi dipinti, ma recitavano anche nei suoi film, e, nel cosiddetto "tempo libero"  venivano date feste molto frequentate. Lo studio ai tempi era noto anche come "Silver Factory" perché era stato decorato dal fotografo Billy Name con stagnola e vernice argentata, e gli anni passati alla Factory diventarono noti anche come l'Età d'Argento, non solo per il colore del luogo, ma anche per lo stile di vita che si conduceva al suo interno (la stagnola è un riferimento all'uso di droghe). Warhol usava la Factory anche come laboratorio per produrre, chiamiamolo così, merchandising e opere su commissione. Qui creò la copertina del disco di debutto dei Velvet Underground di Lou Reed "The Velvet Underground & Nico", l'iconica banana gialla (che poteva essere pelata, rivelando una 'sorpresa'). Tra l'altro Andy incluse la band, che faceva le prove proprio nello studio, in uno spettacolo che univa arte, rock, immagini, film e ballerini: "Exploding Plastic Inevitable". Nel 1968 Andy spostò la Factory al sesto piano del Decker Building (33 Union Square West), vicino al celebre locale Max's Kansas City. Una curiosità: al di là della 'Factory' originale, anche gli altri studi in cui l'artista ha lavorato hanno portato lo stesso nome. Purtroppo oggi l'edificio che ospitava la Factory non esiste più, ma questo studio resterà per sempre nella leggenda. Qui sotto, riportiamo una serie di cover di album, più o meno famosi, che si rifanno alla POP ART, ma, sopratutto, ed è quello che ci interessa, al fumetto.

Pino Antonelli
 
The Velvet Underground & Nico


Artista: The Mothers of Invention
Titolo: WeaselsRipped My Flesh
Illustratore: Neon Park - 1970


Artista: Big Brother & The Holding Co.
Titolo: Cheap Trills
Illustratore: R. Crumb - 1968

Artisti vari, Titoli vari
Illustratori: John Pruitt, David Antsey, Neal Adams, Keith Davis, Neon Park, Glenn Ross, Jim Fitzpatrick,
Andrew Butcher, Plastoc Dogs Graphics, Chris Frayne
anni: 1971 - 1975

Artista: Quicksilver Messenger Service a The Avalon Ballroom
Illustratore: Rick Griffin - 1970

Artisti: Vari, Titoli vari
Illustratori: Paul Gruwell
anni: 1960 - 1967

Artisti: sx. Beans
Titolo: Beans
Illustratore: John Van Hamersveld - 1972
Artisti: dx.Jimmy McGriff
Titolo: Black Pearl
Illustratore: John Van Hamersveld - 1972

Warner Brothers Music Show - 1971


Titolo: Aragon Ballroom
Illustratore: Jayzey Lynch - 1970



giovedì 20 ottobre 2016

I RUMORI ED I SUONI ONOMATOPEICI - STUDIARE PARTE SECONDA

I RUMORI ED I SUONI ONOMATOPEICI

I suoni e i rumori cosiddetti onomatopeici, vengono rappresentati nei fumetti cartacei, in modo grafico. Nei comics pubblicati nel web, si possono aggiungere animazioni, suoni e rumori, sconfinando nel territorio del cartone animato. Qui sotto, un elenco dei suoni e rumori più rappresentati nel fumetto.



STUDIARE PER CONOSCERE (parte seconda)
Tanto su Internet si trova di tutto, l'abbiamo già scritto nel post precedente ed anche in questo caso, è vero. Video Youtube, blog più o meno qualificati, siti internet specializzati e corsi, tanti corsi, perlopiù finanziati con soldi pubblici e che spesso, promettono successo ed illusioni. Il mercato dell'editoria è in crisi ed è davvero difficile fare del mestiere del fumettista, un vero e proprio lavoro. ma si può anche fare per passione oppure, tentare, magari qualche editore (specialmente straniero) ancora è disposto a far lavorare un giovane dotato. Per quello che ci riguarda, alla fine ciò che conta è STUDIARE e, a tale scopo, chi scrive preferisce ancora un buon libro. Qui sotto pubblico un'immagine di alcuni testi in mio possesso che consiglio (la maggior parte ancora si trovano in vendita, magari in rete). per qualunque informazione, potete scrivermi, cercherò di rispondere a tutti. In ogni caso, seguiteci, diventate nostri followers, non ve ne pentirete!


martedì 18 ottobre 2016

GIOVANI AUTORI: DAVID FERRACCI - STUDIARE PER CONOSCERE

L'AUTORE

Uscito dall'Istituto d'Arte, David Ferracci comincia a lavorare in vari studi di grafica pubblicitaria. Frequenta la Scuola Internazionale di Comics proseguendo, così, il suo percorso nel mondo del Fumetto. Attualmente collabora con la rivista Terrenostre come illustratore, grafico e tecnico del montaggio video. Disegna per la serie Dead Blood edita da Noise Press e su Mostri edito da Bugs Comics. E possiede una cassettiera per tutti i sogni che vuole realizzare. A Lucca sarà presente presso gli stand delle due case editrici per dedicare e disegnare le copie di Dead Blood #3 e Mostri #4 per cui ha disegnato delle storie all'interno.


David al lavoro e due sue tavole tratte da Dead Blood e Mostri


INTERVISTA BREVE

D- Immagino che il disegno sia stata la tua passione sin da bambino. Quando hai capito che sarebbe diventata la tua professione?
R- Quella del disegno è sempre stata una costante da quando ero piccolo, non ho memoria lucida dell'origine. Diciamo che posso risalire a quando avevo 4 anni circa, quando cominciavo a disegnare i primi elefanti di profilo con un occhio solo invece che due come tutti i bambini sani di mente.Appena appresi i primi rudimenti della lettura mio nonno inaugurò l'appuntamento del mercoledì comprandomi Topolino. Cominciavo così a prendere carta e bic e ricopiare i personaggi più disastrati, come Paperino per esempio, e devo dire che con Topolino non ho appreso solo a disegnare ma anche a scrivere, diciamo che ha arricchito a modo suo il mio vocabolario. Poi ovviamente casa di mio nonno era sempre piena di Tex, Zagor e Dylan Dog. Siamo tutti un po' figli del bianco e nero.

D- Consiglieresti ad un giovane di oggi, di intraprendere la strada dell'illustrazione e del fumetto?
R- Beh mi stai offendendo così hehehe... Il giovane in questione sono io. Due anni fa ho cominciato a propormi alle case editrici durante le fiere del fumetto e ho all'attivo 4 pubblicazioni con Noise Press e Bugs Comics. Sicuramente consiglierei di intraprendere la professione a tutti coloro che sentono di doversi esprimere attraverso la narrazione visiva, con tutti i sacrifici del caso.

D- Quali difficoltà riscontri nella tua attività, con l'editoria italiana?
R- Come dicevo prima, data la mia recente attività nell'ambiente, non ho ancora assaporato tutto lo spettro cromatico diciamo. Una cosa che mi ha colpito è la lentezza nell'evoluzione e nell'aggiornamento. Siamo ancora ancorati a vecchi modi di concepire il prodotto finito...e ti parla uno che la vecchia scuola ce l'ha sempre sulla scrivania, ma non è questo il punto. Ti parlo di innovazione nella tecnologia come mezzo di fruizione. Ovviamente il discorso è a doppio senso di marcia, riguarda sia l'editoria che i fruitori, è un Uroboro. Quello che all'estero è uno starting pack qui sembra faticare ad entrare. Comunque tutto ciò sta cominciando a farsi sentire oggi e sono felice, soprattutto nelle piccole case editrici che prestano parecchia attenzione alla cura del prodotto sia cartaceo che digitale. Soprattutto vedere reparti interi dedicati al fumetto.

D- Puoi descriverci brevemente, le tecniche che usi? Digitale, tradizionale o entrambi?
R- Dipende dal tipo di storia che tratto. Posso riassumere il mio approccio così: Essendo in una fase "additiva" non mi piace limitare le mie tavole alla sola tecnica a china tradizionale, ma rifinire il tutto in digitale. Questo sia per esigenze di ricerca stilistica che di tempo di realizzazione. Non ho problemi nell'usare qualsiasi tipo di strumento con qualsiasi tecnica dalla più grafica e sintetica alla più pittorica, soprattutto nell'illustrazione dove mi sento più libero.

STUDIARE PER CONOSCERE

Tanto su Internet si trova di tutto, c'è anche Wikipedia, se uno si vuole informare. Vero. ma è anche vero che non si può "studiare" solo con internet; spesso, chi scrive è superficiale, poco documentato e, a meno che non si vogliano spendere soldi per acquistare libri, siano cartacei che digitali, è difficile approfondire davvero un argomento. Il vantaggio di seguire siti specializzati o blog (come questo :)), è che c'è qualcuno che studia per noi e diffonde le proprie conoscenze e la propria passione. E' quello che tentiamo di fare con questo blog. Seguiteci se siete appassionati o interessati e diffondetelo; più saremo e più chi ci lavora, sarà stimolato a proseguire.

Alcuni testi, alcuni datati, sui quali ci documentiamo.







lunedì 17 ottobre 2016

UN(a) BRECCIA NELLA ROCCA DI SPOLETO

C'è ancora tempo, fino al 29 ottobre, per visitare la mostra di Enrique Breccia e il suo TEXONE presso la Rocca albornoziana di Spoleto. Nel video, la nostra piccola escursione per chi non ha potuto o non può visitarla. Chi è Enrique Breccia?
Enrique Breccia nasce a Buenos Aires (Argentina) nel 1945. Figlio del grande Alberto Breccia, esordisce illustrando insieme a lui la "Vida del Che" (1968), su testi di Héctor G. Oesterheld. Nel 1972, collabora con l'inglese Fleetwaydisegnando "Spy13" sotto pseudonimo, e con le riviste "Linus" e "Alter Linus", dove pubblica storie belliche di cui cura anche la sceneggiatura. Dal 1976, lavora su storie di Carlos Trillo ("El Buen Dios", "Alvar Mayor", "Robin delle stelle", "Marco Mandrillo"); nel 1983, illustra "Ibâfiez", scritto da Robin Wood. Come autore completo, ha adattato molti classici della letteratura e creato capolavori quali "Il collezionista di sogni" e "Il cacciatore del tempo". Dal 2000, inizia a collaborare con le Case editrici statunitensi Marvel e DC Comics, e, dal 2011, con la francese Delcourt ("Le Sentinelle"). Attualmente, vive a Spoleto.



ALBERTO BRECCIA (Montevideo, 15 aprile 1919 – Buenos Aires, 10 novembre 1993). Disegnatore uruguaiano nato nel 1919 a Montevideo e trasferitosi successivamente in Argentina. Nel 1936 Breccia cominciò a lavorare nel campo del fumetto collaborando con alcuni periodici di Buenos Aires e realizzando un certo numero di personaggi a fumetti dei quali, circostanzialmente a questo periodo giovanile, solo uno, Mufa, un Detective Oriental (1936) riscosse un certo gradimento. Nel 1941 Breccia si trasferì in Brasile per poi ritornare a Buenos Aires dove realizzò Vito Nervio dal 1947 al 1959. Nello stesso periodo diede vita anche ad El Vengador (Il vendicatore), pubblicato sul periodico El Gorrion ed a Jean de la Martinica apparso sulle pagine di Patoruzito. Alcuni suoi lavori comprendono La Ejecucion realizzata, per i testi, da Hector Oesterheld, soggettista di ulteriori creazioni di Breccia quali Richard Long, Pancho Lopez, pubblicati entrambi in riviste che avevano lo stesso nome di testata, e Sherlock Time che Breccia realizzò nel 1958 per il periodico Frontera. Con quest'ultimo personaggio l'autore ha iniziato il suo ciclo stilistico più ambizioso e complesso, ristrutturando il suo disegno sia nei tagli che nelle ambientazioni. Nel 1960 Breccia iniziò un lungo viaggio attraverso l'Europa ed in tale periodo, grazie a contatti fornitigli da Hugo Pratt,  stipulò un contratto con la Fleetway Publications di Londra con la quale ha collaborato per la realizzazione di molte storie e personaggi. Nel 1962 Breccia tornò in Argentina e nello stesso anno, creò Mort CinderNel 1968 si assunse il compito di realizzare graficamente El Eternauta e contemporaneamente, realizzò una personalissima opera, La Vida del Che (La vita di Che-Guevara), che venne sottoposta ai rigori ed ai tagli della censura. Trascorse gli ultimi anni della sua vita dedicandosi ad un progetto cui pensava da anni, la trasposizione in immagini delle controverse storie di Lovecraft, Los Mitos de Cthulhu (I miti di Cthulhu).
Alberto Breccia