mercoledì 22 marzo 2017

VINTAGE

Video recuperati da vecchi VHS con tanto di scarsa definizione e audio fuori sincrono.


Dal servizio di un TG3 Umbria del 2008 circa e da riprese private ad Umbriafumetto del 1999

giovedì 16 marzo 2017

QUARANT'ANNI FA, FUMETTI IN TV

Nick Carter, l’investigatore creato da Bonvi e De Maria faceva anche da conduttore del programma con i suoi fidati aiutanti Patsy e il cinesino Ten. Nacquero con Gulp!


Il 15 marzo 1977 alle 20,40, andò in onda, sul Secondo Canale della RAI, la prima puntata di Supergulp. Creato da Guido De Maria e Giancarlo Governi, Supergulp portava i fumetti sul piccolo schermo: da Nick Carter, firmato da Bonvi e dallo stesso De Maria a Il Signor Rossi di Bruno Bozzetto, fino a Corto Maltese di Hugo Pratt e i supereroi della Marvel.
La prima puntata andava in onda quarant’anni fa. Erano le 20,40 di martedì 15 marzo 1977 e la squadra di autori composta da Giancarlo Governi, Guido De Maria e Bonvi recuperava l’esperienza di Gulp!, dodici puntate andate in onda tra il ’72 e il ’73. Questa volta il programma era a colori e le puntate più lunghe (15 minuti), ma la collocazione era sempre la stessa, il secondo canale della Rai. «Se ancora oggi parliamo di quel programma il merito è del coraggio, dell’intelligenza e della tenacia mia, di De Maria e di Bonvi e del direttore della Seconda Rete Massimo Fichera - ricorda Governi -. Gli feci vedere la puntata zero, si divertì così tanto che mi disse: “Fate cinquanta puntate”». I tre non si fecero pregare e scrissero una delle più memorabili pagine della tivù italiana: «Nel ’75 la Rai era stata riformata e noi potemmo godere di grande libertà - sottolinea Governi -, io ero il responsabile dei programmi speciali, che mi fu spiegato erano tutti quelli “non normali”. Tradotto: avevo la licenza di fare quello che volevo. E lo feci». 
E così in prima serata arrivarono i cartoni animati a colorare i primi tv color (le trasmissioni a colori erano partite solo il primo febbraio). C’erano le avventure di Nick Carter, creato da Bonvi e De Maria, che se la doveva vedere con il «temibile» Stanislao Moulinsky e i suoi travestimenti. E poi, Tintin, Giumbolo e la sua canzoncina tormentone, gli eroi della Marvel come L’uomo ragno e I Fantastici Quattro. Ma soprattutto c’erano quelli che oggi sono i veri e propri prodotti di culto: quei fumetti animati a passo uno con la voce fuori campo di meravigliosi doppiatori che leggevano le nuvolette. Come dimenticare Corto Maltese e Alan Ford e il Gruppo Tnt? E ancora Sturmtruppen, Lupo Alberto, Il Signor Rossi, Tex, Cocco Bill, ma anche Asterix e Charlie Brown: «Tutto il meglio dei fumetti, i personaggi che amavamo, accanto ai quali recuperammo gli eroi degli Anni Trenta come Mandrake e Flash Gordon. Grazie a loro agganciammo il pubblico più adulto, che quei fumetti li aveva letti quando era bimbo». Grandi e piccini sedevano insieme sul divano di casa e cantavano la sigla «fumetti in tivù ù ù ù»: «Ma Supergulp! non era un programma per bambini - tiene a precisare Governi - e infatti non andava in onda nella collocazione pomeridiana della tivù dei ragazzi».




lunedì 13 marzo 2017

IL BLOG IN HOSTERIA

Sabato 11 marzo, si è inaugurata presso l'HOSTERIANOVA in Assisi, la mostra "Piatti d'Autore". L'evento, che continuerà sino al 16 aprile, prevede l'installazione di oltre 40 piatti in terracotta personalizzati da altrettanti autori e artisti. Tra gli altri, il nostro a nome di Pino Antonelli che fa riferimento a questo blog. Visitate la mostra presso il locale e, se vorrete, potrete degustare ottimi piatti anche nella tradizione popolare umbra.




martedì 28 febbraio 2017

TOPOLINO E L'OMAGGIO A CORTO MALTESE

Oggi è in edicola il numero 3197 di Topolino, un numero molto interessante perché vi appare la prima puntata della storia realizzata in omaggio a Corto Maltese ed al suo creatore, Hugo PrattHo avuto il privilegio di leggere la puntata realizzata con maestria da Giorgio Cavazzano, con le chine di Sandro Zemolin, per i testi di Bruno Enna. Da non perdere.
Pino Antonelli







lunedì 20 febbraio 2017

HUMUS GRAPHICUS - di Moreno Chiacchiera

Abbiamo già avuto modo di intrattenerci con il simpaticissimo e bravissimo Moreno Chiacchiera. Non possiamo pertanto, ignorare l'evento dell'uscita del suo ultimo lavoro, desiderosi di averlo quanto prima, con tanto di autografo.
Pino Antonelli

Anteprima alla "Biblioteca delle Nuvole"
Promozione per Varchi Comics
Elenco dei prossimi appuntamenti

giovedì 2 febbraio 2017

DISEGNANDO IN VIDEO

  Pochi lo ammetteranno, ma una cosa che piace a molti disegnatori di fumetti, è osservare i colleghi al lavoro, studiarne la tecnica, ammirandone alcune caratteristiche precise e, perché no, ammirarne e invidiarne il genio quando questo è palese. Oggi, grazie al web ed in particolar modo a YouTube, si possono vedere una serie di mini filmati di autori al lavoro, perlopiù ripresi in occasione di fiere ed esposizioni. Non mancano serie immense di tutorial per apprendere tecniche e informazioni utili.
  Ho fatto una brevissima incursione nei video di YouTube e propongo alcuni filmati che mi hanno colpito; è chiaro che ognuno possa fare una ricerca specifica, per autori, personaggi e interessi. Tant'è. Questi suggerimenti sono solo uno spunto, un modo per invitare gli autori a sbirciare il lavoro dei colleghi e, magari, migliorare il proprio.
  Per caso, ho notato che la maggior parte di tali filmati pubblicati in Italia, sono di autori Bonelli, questo a significare che lo strapotere economico vince anche sulla rete. Peranto, cari disegnatori non Bonelliani, pubblicate i vostri video mentre siete al lavoro, darete soddisfazione a tutti coloro cercano la propria strada in maniera indipendente, con grandi sacrifici, ma in caso di successo, con grandi soddisfazioni.

Pino Antonelli












martedì 24 gennaio 2017

IL DIARIO FANTASTICO DI JACOVITTI

BENITO JACOVITTI (1923/1997)

 

Grande disegnatore e soggettista italiano, nato a Termoli (Campobasso) il 19 Marzo 1923. Trasferitosi all'età di quindici anni a Firenze, ebbe i primi contatti col mondo della carta stampata collaborando con diverse vignette al settimanale satirico Il BrividoEsordisce nel settimanale Il Vittorioso, nel n. 40 del 5 Ottobre 1940, creando Pippo, nella storia "Pippo e gli Inglesi"; poco dopo il personaggio veniva affiancato da Palla e Pertica, creando così il famoso terzetto chiamato dei 3 P. Attorno a questi personaggi ruotano l'ispettore Cip col suo aiutante Gallina e il furbissimo delinquente Zagar, maestro del travestimento. Sempre nel suo stile grottesco e caricaturale, nettamente personale, Jacovitti produce parecchi personaggi sostenuti da una vena umoristica fresca e piena di idee. Tra le parodie più riuscite c'è quella di Mandrago il Mago e L'Onorevole Tarzan, apparsi sempre sul Vittorioso, per poi essere raccolti in albi come quasi tutta la sua produzione per questo settimanale.


Nel 1957, crea per il supplemento dei ragazzi del quotidiano, Il Giorno, Cocco Bill. una saporita satira del Western tra le più azzeccate, Gionni Galassia, storia di fantascienza e Tom Ficcanaso, disavventure di un reporter impiccione. Nel 1968, scaduto il contratto col Giorno, trasferisce il suo, Cocco Bill sulle pagine del Corriere dei Piccoli, per il quale crea un altro personaggio parodistico Zorry Kid, ispirato al celebre Zorro. Nel 1973, ridà vita a Jack Mandolino da lui creato nel 1967. Tra le sue collaborazioni saltuarie un albo della serie Costellazione, realizzato nel 1946 con Ghigno il Maligno, un altro personaggio della sua innumerevole schiera che compare in varie storie, è la terribile signora Carlomagno.

Jacovitti, che si firma anche Jack, è senza dubbio il più popolare disegnatore umoristico in Italia ed è il più conosciuto all'estero dove i suoi personaggi hanno incontrato largo favore. I suoi lavori sono stati ristampati in libri cartonati dalle Edizioni Piero Dami e dalla Milano Libri, e Zorry Kid nella serie "I giganti del fumetto" della Bur di Rizzoli. Jacovitti ha disegnato anche per la pubblicità. Ha eseguito disegni per la televisione nella serie « Gulp, fumetti in TV". Ha collaborato inoltre al Travaso, l'Europeo, Eureka e Linus.




Il nome di Jacovitti è indissolubilmente legato al diario Vitt che, proprio come fanno oggi Smemoranda e simili, ha accompagnato intere generazioni di giovanissimi italiani chini sui banchi di scuola. In questo volume c’è un po’ la storia del nostro Paese, raccontata con le vignette del più grande fumettista italiano. Un tuffo nostalgico nel passato, accompagnato dal critico Goffredo Fofi, che passa attraverso le prestigiose firme di giornalisti come Indro Montanelli e Sergio Zavoli che accompagnavano con i loro testi le vignette di Jac e le storie a fumetti che l’autore realizzò appositamente per il diario.


sabato 21 gennaio 2017

UN PERSONAGGIO VELOCE...




Creato da Jean Graton, apparso per la prima volta sulla rivista Tintin, nel 1967, come serie di brevi storie a fumetti. Il successo incontrato indusse gli editori a farne un personaggio fisso fin dall'anno successivo. Michel Vaillant fa il corridore automobilista e corre per i colori della « Vaillante », la fabbrica di suo padre. Giovane, atletico, di bell'aspetto, è modellato sullo schema classico dell'eroe dei fumetti, bravo, sicuro, leale. Nella sua prima avventura egli affronta su un circuito, il campione americano Steve Warson, fra loro si combattono lealmente, e finiscono poi per coalizzarsi allo scopo di battere organizzazioni senza scrupoli e corridori disonesti. L'azione si svolge generalmente negli autodromi, e Graton non disdegna di mettere ben in visti marche di pneumatici, di carburanti e lubrificanti, a scopo 
evidentemente pubblicitario. La grande amicizia dell'eroe col suo compagno di squadra ha suscitato, a livello di studi sul personaggio, notevoli perplessità, giungendo ad aperte accuse di omosessualità, sicché nel 1973 Graton decise di far sposare il suo eroe. Ma allo stimolante ambiente agonistico l'eroe non sembra voler sostituire una consistente situazione familiare. Graton possiede uno stile fra i più stucchevoli del fumetto moderno, tutti i suoi personaggi si assomigliano, i loro volti hanno sguardi vuoti e inespressivi. Solo le macchine sembrano vivere e sono esse ad aver assicurato agli albi, che hanno superato la ventina, un successo fenomenale. Michel Vaillant è stato anche ridotto in una serie di telefilm, (arrivata in Italia nel 1973) e nel 2003 ad un film per il cinema Adrenalina Blu - La leggenda di Michel Vaillant diretto da Louis-Pascal Couvelaire dove l'asso del volante è interpretato da Sagamore Stévenin, oltre ad essere apparso in vari volumi antologici. In Italia, è stato pub
blicato sui Classici dell'Audacia, dal 1966 al 1967 e dal Corriere dei Piccoli, nel 1968.
Non è certo facile far rivivere in un fumetto le passioni e l'adrenalina che riesce a trasmettere un'avvincente gara sportiva. Sicuramente la (relativa) staticità del medium fumetto rende più difficoltoso di altri mezzi (si pensi al cinema) la rappresentazione del dinamismo e della velocità che sono alla base delle competizioni sportive, questo a maggior ragione se parliamo di roboanti bolidi a due o quattro ruote. Per questo è normale che non siano tanti i fumetti che parlando di sport, che si tratti di pallavolo, calcio o formula 1.
Tuttavia ci sono alcune eccezioni che hanno saputo trovare un ottimo equilibrio, riuscendo a far breccia nel cuore dei lettori, con un uso sapiente degli strumenti offerti dalla letteratura disegnata. E' questo il caso di Michel Vaillant, fumetto che, riduttivamente, possiamo indicare come fumetto di corse automobilistiche e che, grazie al giusto dosaggio di elementi (azione, trame coinvolgenti, buoni intrecci narrativi, ottima resa dinamica delle corse, personaggi realistici e credibili) ha saputo creare un personaggio capace di durare nel tempo tanto che, nato nel 1958, continua ad essere pubblicato con successo ancora oggi. E' con una certa sicurezza che si può affermare come Michel Vaillant sia il pilota più celebre dei fumetti, capace di gareggiare in qualsiasi tipo di competizione, sia essa Formula 1, Rally o persino Motomondiale e Motocross.  Il segreto del successo della serie risiede in molti fattori. Innanzi tutto bisogna precisare come il fumetto non si limiti a presentare una sequenza di gare e di competizioni sportive ma le incastri in trame più complesse che spesso virano in intrecci palesemente gialli, capaci di far scivolare le storie verso il fumetto d'avventura. Riguardo all'elemento preponderante, che è comunque l'automobilismo e la corsa su ruote, va detto come non sia mai scontata la vittoria del protagonista (anche se è tendenzialmente privilegiata); in questo modo i lettori non avranno mai la certezza di come andrà a finire una corsa e, seppur favorito, potrà accadere spesso di vedere Michel Vaillant classificarsi lontano dal podio o addirittura mancare del tutto il traguardo. Sul fronte squisitamente tecnico va invece sottolineata l'estrema cura utilizzata da Graton nella ricostruzione di tutto ciò che ruota intorno all'automobilismo, dalla rappresentazione realistica ed a volte innovariva delle vetture alla riproduzione fedele dei tracciati, con tanto di spiegazioni dettagliate su aspetti tecnici di vetture e piste. Anche i vari ruoli all'interno dei team, quello dei meccanici, degli ingegneri e perfino degli operai impegnati nell'assemblaggio delle autovetture, viene in più di un'occasione seguito ed illustrato da Graton. L'autore, abituale frequentatore di piste e box dei circuiti sin da bambino, si dimostra un ottimo conoscitore della materia, abile nel trasferire la sua passione tra le pagine dei suoi fumetti. Quella di Vaillant è una grande famiglia che fa capo a una grande fabbrica di automobili, la Vaillante. Tutto parte dal padre di Michel Vaillant, creatore dell'impero. Il fratello di Michel, Jean-Pierre, è anche egli pilota (non all'altezza del fratello) ma è soprattutto ingengere/meccanico che cura la progettazione dei modelli da corsa della scuderia Vaillante. Altri Vaillant del fumetto sono lo zio Benjamin Vaillant, proprietario di una fabbrica Vaillante. Il principale comprimario di Michel è il citato Steve Warson, inseparabile amico del campione e compagno di squadra, nato inizialmente come principale antagonista e nemico. Il principale avversario, anzi vera e propria nemesi, diventa così il misterioso Leader, un cattivo da fumetto che intende dominare il mondo ed è convinto di riuscirci attraverso il predominio della strada. Il Leader fa la sua comparsa nell'episodio Il muro del suono, primo di una trilogia di storie dedicata al personaggio nota come Trilogia del Leader. Ma non mancano le donne tra i protagonisti del fumetto; in primo luogo la madre di Michel, Elisabeth, apprensiva ma coraggiosa, poi fan e ammiratrici dei protagonisti (specialmente di Warson che dimostra di subire particolarmente il fascino del gentil sesso) ma non mancano le donne pilota, capaci di contendere ai colleghi maschi titoli e podio. Ma, tra le eroine del fumetto, il ruolo di primadonna spetta a Francoise Loutar, fotografa e giornalista che esordisce come una fotografa dai modi bruschi e dal carattere spigoloso evolvendo e riuscendo, un po' alla volta, a conquistare spazio al fianco di Michel tanto da diventarne la fidanzata prima e la moglie dopo (si sposeranno nell'episodio Donne e motori). Altra caratteristica del fumetto è quella di ospitare tra le proprie tavole dei campioni reali, piloti in carne e ossa, riportati con ossequioso omaggio da Jean Graton e spesso partecipanti attivi alle competizioni su pista. Tra gli 'ospiti' di Michel Vaillant di questo tipo abbiamo il campione belga Jacky Ickx, il motociclista italiano Giacomo Agostini, lo stuntman francese Gil Delamare e tanti altri.

sabato 14 gennaio 2017

LEGGENDO QUA E LA'...

da ilcerimoniale.it, COMPORTARSI e COMUNICARE


Nei numeri 3183 e il 3185 di TOPOLINO sono comparse due storie che non solo testimoniano l’esistenza delle buone maniere e del cerimoniale, ma addirittura ne tratteggiano l’importanza nella vita dei protagonisti.




Nella prima Paperinik si confronta con un capo degli Evroniani chiamato BON TON. Nella sua lingua il nome significa “colui che sa come comportarsi”, e questo gli dà l’autorità per guidare con coraggio il suo popolo. Nella seconda, il maggiordomo di Zio Paperone tenta di convincere Dinamite Bla della indispensabilità delle buone maniere. 

La circostanza ci ha incuriositi, e abbiamo cercato un contatto con gli autori per conoscere le origini di questi lusinghieri riferimenti.



Ecco la risposta ricevuta da Alessandro Sisti, autore del soggetto e della sceneggiatura della storia del numero 3183 che ha per protagonista Paperinik, dal titolo Cronaca di un ritorno. Il suo omaggio scherzoso nasce dal “convincimento, corroborato dall’esperienza di vita, che in tempi in cui denaro, notorietà e perfino l’autorità possono avere molte e diverse origini, la proprietà di comportamento è la migliore misura della qualità personale. Si tratta di un’indispensabile manifestazione di rispetto, che a determinati livelli diviene arte ed estetica (…) Nell’ambito istituzionale le forme debite assumono un peso tale da attribuire al cerimoniale importanza sostanziale come lessico espressivo”.

Il libro che di ilcerimoniale.it è il papà (Il buon Cerimoniere, Gangemi, scritto nel 1999), utilizzava i personaggi dei fumetti come “maschere” per rappresentare ordini di precedenza (viene prima Paperina o Zio Paperone?), intestazione di biglietti da visita e carta da lettere (si scrive “il Sindaco Archimede Pitagorico” o “il Sindaco dott. Archimede Pitagorico”?) e molto altro.

Alessandro Sisti ci ha fatto il regalo di dare un’occhiata a questo sito. “Me lo sono profondamente goduto, e non mi sono sfuggite le frequenti incursioni del mondo Disney, dal Pico de Paperis che funge da prototipo per la corretta scrittura degli indirizzi, alla citazione di Zio Paperone, relativa allo spreco di tempo delle riunioni. Mi hanno fatto pensare che se in qualche misura riusciamo ad essere presenti nella memoria di chi maneggia ben altri temi, forse in fondo offriamo anche noi qualcosa di buono”.

Sì, gentilissimo autore, è proprio così. C’è moltissimo di buono nello scrivere storie che sappiano far sognare piantando con noncuranza semini di fiducia nel prossimo, nella bellezza dei gesti, perfino - con la forza dell’ironia - nell’importanza delle istituzioni. Il cerimoniale e il protocollo hanno consistenza non solo giuridica, ma “democratica”, perché è attraverso la certezza delle loro forme che si manifestano lo Stato e le Istituzioni. L’individuazione delle appropriate forme di comportamento, sia individuale sia istituzionale, l’uso di simboli adeguati, consentono la veicolazione di  significati che vengono letti e interpretati, e prima o poi arrivano a destinazione, che siano giusti o sbagliati (ma a questo, putroppo, si tende a non dare più alcun rilievo).

Il nostro tentativo di trattare con leggerezza argomenti solitamente considerati minori, vecchi e barbosi, comunicandoli per quanto possibile insieme a esempi concreti e attuali, nasce dal convincimento di non essere soli. La compagnia di Topolino è inaspettata, e meravigliosa. Grazie davvero.

(Scritto con Francesco Piazza)

sabato 7 gennaio 2017

IL SONORO NEI FUMETTI: IL LETTERING.

Nel fumetto il lettering è la fase in cui vengono aggiunte le parole alle parti disegnate. Consiste in tre compiti:
(1) trovare la posizione nelle vignette per le nuvolette e per quelle altre aree di contenimento (per esempio riquadri, il più delle volte di forma rettangolare) usate per ospitare testi con funzione di didascalia descrittiva o come luoghi alternativi per dialoghi o pensieri, mediante la scelta o la creazione di una specifica forma o dimensione per tali elementi grafici, corrispondenti alla funzione linguistica che essi devono svolgere nella storia;
(2) scrivere i testi verbali dentro agli elementi di contenimento sopra menzionati;
(3) disegnare e posizionare le onomatopee visive (bang!, boom! ecc.) che possono essere richieste dallo scrittore della storia.

Il Beato Angelico: Annunciazione


Senza tornare troppo indietro nel tempo (uno dei primi esempi di testo sul disegno che suggerisce il parlato, si trova su una famosa Annunciazione del Beato Angelico), con lo sviluppo della caricatura politica in Gran Bretagna, grazie a illustratori come James Gillray (1757-1815) e George Cruikshank (1792-1878), l’uso delle nuvolette di dialogo e del lettering nelle vignette satiriche e umoristiche divenne familiare al pubblico dei lettori e costituì una base sulla quale disegnatori posteriori, anche in altri paesi europei, cominciarono a miscelare illustrazioni e vari tipi di testo alfabetico. Ciò, specialmente nel caso dei primi disegnatori-narratori che si dette il caso narrassero le loro storie illustrate usando un tipo di disegno sequenziale che conteneva già alcune caratteristiche basilari del linguaggio del fumetto: costoro dotarono le loro storie per immagini di didascalie narrative e/o nuvolette di dialogo, i cui testi erano di norma scritti a mano.
Agli inizi del fumetto cioè dalla metà degli anni Novanta dell’Ottocento negli Usa, nelle grandi vignette a tutta pagina illustrate sui supplementi domenicali di alcuni quotidiani newyorkesi e più tardi nelle strisce settimanali e poi giornaliere sui giornali pubblicati in tutta la nazione – e lungo oltre tre decenni fino ai primi anni Quaranta del Novecento, il lettering il più delle volte era eseguito dai fumettisti stessi o, nel caso degli autori più produttivi e famosi, da un assistente, ma sempre all’interno di una prospettiva artigianale circoscritta alla «bottega» dell’autore o alla redazione giornalistica; fu dagli anni Quaranta, durante l’esplosione del successo degli albi a fumetti e la nascita di molte nuove case editrici che fu sviluppata negli studi e nelle agenzie di fumetti una capillare divisione del lavoro. Tra le fasi di produzione delle storie a fumetti, il lettering assunse la sua conformazione definitiva e molti professionisti del settore si specializzarono a tal punto da cominciare a lavorare esclusivamente come letteristi, guadagnando abbastanza denaro da fare del lettering dei fumetti il loro impiego principale o unico.

Per quanto riguarda le onomatopee visive, è qui che i letteristi possono divenire veri e propri illustratori e designer: le onomatopee sono spesso né più né meno di logotipi grafici, non semplici lettere che comunichino referenzialmente un suono o un rumore. Questo tipo di scrittura, come i testi dentro alle nuvolette, può essere realizzato o a mano o al computer; nel passato, prima dello sviluppo delle tecnologie digitali, non pochi calligrafi usavano molti tipi di font adesive, organizzate in fogli di carta da lucido contenenti serie di caratteri tipografici su pellicola ultrasottile di colore nero, trasferibili singolarmente per frizione/pressione (la marca più nota in tal senso era/è la Letraset); ma la maggior parte degli artisti del lettering hanno sempre preferito creare i loro personali logotipi onomatopeici, adattando stile, forma, effetti speciali, colori, agli specifici contesti. Le onomatopee visive possono descrivere un rumore o un suono come un elemento distinto della vignetta, o possono essere posizionati fra/sopra due o più vignette o, in alcune circostanze, possono essere esse stesse vignette a forma di testo, dentro le quali l’azione ha luogo: per esempio un’esplosione disegnata e descritta dentro un riquadro sagomato come la parola «boom», o casi simili nei quali o il progettista del logo onomatopeico è il disegnatore della storia o il letterista fornisce il proprio contributo creativo alla narrazione grafica. Oltre alla ricca varietà di rumori e suoni consolidati, normalmente usati dalla maggior parte degli sceneggiatori e dei letteristi, è possibile anche inventare nuove «parole» per comunicare vecchi e nuovi suoni.


Comic Life in versione desktop e tablet


Il lettering può anche consistere, perfino oggi, nella creazione di nuove forme e nuovi codici semiotici per le nuvolette. Fino agli anni Ottanta, il lettering era una fase di produzione esclusivamente manuale; con l’avanzamento delle tecnologie informatiche, tuttavia, una nuova metodologia di lettering è stata messa a punto; da allora è stato possibile acquisire digitalmente alfabeti manuali già esistenti e precedentemente usati per i fumetti, per riutilizzarli mediante un inserimento diretto in forma digitale all’interno delle tavole disegnate (e anch’esse acquisite al computer); inoltre la tecnologia ha reso possibile la progettazione di font nuove di zecca – la cui forma e il cui stile suggeriscano una creazione manuale invece che digitale – che siano, presumibilmente, caratterizzate da un’estetica adatta all’uso per i fumetti. Il lettering computerizzato può essere eseguito mediante l’uso di diversi programmi (Corel Draw, Adobe Photoshop, Inkscape) ed esistono anche dei software specifici per la creazione di nuove font per i fumetti (Comic Life, anche in versione tablet, Clip Studio Paint e Krita, quest'ultimo gratuito).




Il lettering nei fumetti ha avuto senza dubbio un profondo impatto sull’intera forma espressiva: il fumetto è un medium anche auditivo, oltre a essere visivo, precisamente grazie all’inserimento delle nuvolette, delle didascalie descrittive e dei riquadri che racchiudono pensieri e dialoghi, delle onomatopee grafiche; diverse font, i loro formati di stile, dimensione e disposizione tipografica, contribuiscono a suggerire nella mente del lettore certe atmosfere sonore o perfino voci e timbri. Per fare un esempio, Dog Kane di Kuiry alias Francesco Gaggia, utilizza un carattere che si rifà alla classica macchina da scrivere di un tempo suggerendo così, un'atmosfera in stile anni 40, atmosfera che caratterizza tutta l'opera.