giovedì 3 novembre 2016

IL PERSONAGGIO: CELLULITE - LO STRUMENTO: NUOVE WACOM

CELLULITE

Personaggio creato nel 1969 dalla disegnatrice ed autrice Claire Bretécher ed apparso per la prima volta il 19 Giugno dello stesso anno sulle pagine del settimanale francese Pilote. Cellulite è l'antitesi delle principesse per antonomasia protagoniste delle favole: è brutta, con i capelli lisci ed una faccia costellata da foruncoli, avara, stupida ed affamata di sesso, i suoi sforzi sono immani: sovente le è capitato di riempire di trappole la strada che conduce al suo castello nella speranza che qualche principe vi cadesse dentro, è arrivata persino a rapire il consigliere del padre. Un personaggio, questa Cellulite, alquanto grottesco e non le son da meno le figure maschili che confermano il cinico giudizio da essa espresso nei riguardi del sesso forte: "... se le donne non sono molto, gli uomini sono delle nullità". Suo padre, il re, è un uomo senza spina dorsale, un pavido, un egoista, un essere che pensa solo ed esclusivamente a se stesso, i cavalieri di corte sono dei parassiti, dei lacchè, ed i contadini sono una manica di gentaglia incolta. Gli spunti che legano il personaggio a Wizard of Id sono moltissimi salvo che la Bretécher è molto più pessimista di quanto non lo sia Hart circa il valore della razza umana. Le avventure di tale personaggio sono state ristampate in volume da Dargaud.




LE NUOVE WACOM

Wacom presenta Mobile Studio Pro rendendo il lavoro del disegnatore-illustratore, "mobile". Infatti, se fino a poco tempo fa, il disegnatore "digitale" doveva avvalersi della tavoletta grafica o dei monitor tavoletta collegate ad un computer, i modelli Mobile Studio (come dice il nome stesso) sono trasportabili come un qualsiasi tablet o portatile. Dotate di un proprio sistema operativo (Windows 10), possono avere diverse configurazioni, ma tutte hanno in comune la trasportabilità e l'indipendenza dal computer. Inutile indicare i possibili vantaggi per chi lavora muovendosi e non sempre chiuso nel proprio studio. Dotate di tutte le caratteristiche necessarie, dall'ottima fotocamera (cattura scansioni 3D con il built-in software della fotocamera e la scansione Intel ™ senso reale, disponibile su alcuni modelli), ingressi ed uscite varie (USB, ecc.), dotate di connessione WiFi, possono anche essere utilizzate come tavoletta grafica se collegate ad un computer. Le configurazioni possibili, sono caratterizzate dalla diversità delle dimensioni del monitor, dalla definizione (si arriva per il modello di punta, a 3840 x 2160) e dalla memoria. Processori di sesta generazione Intel® Core ™Scheda grafica NVIDIA® Quadro® M600M 2GB GDDR5 di NVIDIA® Quadro® M1000M 4GB GDDR5 Stoccaggio 256GB a 512GB Solid State Drive (SSD)  (a seconda del modello). Penna creativa, ComputerMicro SD slot per schede SDXC (UHS-II) RAM 8 GB a 16 GB DDR3  (a seconda del modello). Sensore di impronte digitali su alcuni modelli Multi-Touch SìPen Wacom pro penna 2Pen Livelli di pressione 8192, sia Pennino e gommaRaggio di inclinazione di 40 gradi. Tilt riconoscimento ± 60 livelli tipo sensibile alla pressione, senza fili, connessione a batteria. Pennino Extra, 3 pennini in più (2 standard, 1 feltro) Pen Custodia, Grip in gomma siliconica lattice.
A seconda del modello (rimandiamo al sito della casa), i prezzi vanno dai 1.899,90 ai 2.699,90 per la versione con monitor da 13", e dai 2.599,90 ai 3.199,90 per i modelli con display da 16". Indubbiamente, si tratta di prezzi elevati, ma per chi punta sulla produttività e sulla mobilità, attualmente non c'è di meglio. Il Surface di Microsoft si è rivelato lento e con penna instabile; meglio la penna del nuovo iPad 12 pollici di Apple, ma quasi inesistente la gamma software per chi lavora con il disegno.
Chi fa dell'illustrazione e del disegno, troverà molto interessanti questi nuovi strumenti; rimaniamo comunque dell'idea, che pensando ad un futuro artistico, un conto è vedere esposta una tavola "originale" e un altro, una stampa.






martedì 1 novembre 2016

DIARIO (E DELIRIO) DI UNA GIORNATA A LUCCA COMICS 2016

Erano un po’ di anni che non andavamo a Lucca Comics, non ricordo quanti, ma di certo, parecchi viste le cose che sono cambiate. La parola COMICS è decisamente limitativa e non tiene conto delle innumerevoli innovazioni e cambiamenti. La presenza di tensiostrutture dedicate a videogiochi e altro, non giustifica la parola FUMETTI e basta. Chiariamoci subito: la nostra è stata davvero una toccata e fuga per riassaporare l’ambiente, ma alla fine, stanchi e desolati, siamo tornati con il proposito del “mai più!”. Troppe le cose inadatte a chi non è più giovane, troppo il giro di denaro e di affari da parte di chi organizza talvolta, senza nessun rispetto per gli utenti più disagiati. Complice il ponte dei Santi, secondo i giornali locali, le presenze a Lucca in questi giorni, hanno superato abbondantemente le 200.000. Troppe. Troppe per usufruire di una manifestazione ormai ammalata di gigantismo e niente affatto economica. Inoltre, tale massa di persone e l’ambizione di voler fare troppo, ha portato a non poter godere di niente se non di punti specifici e ricercati. Complice la giornata bellissima, migliaia di persone circolavano per il centro storico della città più o meno sbandate, alla ricerca del loro specifico interesse mischiate insieme a migliaia di maschere “cosplay” (la maggioranza davvero bruttine). Dopo aver cercato inutilmente, un parcheggio per disabili (purtroppo abbiamo questo problema), lasciata l’auto fuori le mura, ci siamo incamminati alla ricerca dei nostri centri di interesse. Risultato dalla parte opposta della città e quindi, sottoponendoci ad una notevole camminata, siamo giunti al padiglione GIGLIO, quello che effettivamente, ci interessava maggiormente. Entrando a fatica (dopo aver esibito ad una stralunata ragazza, il nostro biglietto acquistato a caro prezzo via web, e qui non si capisce perché i disabili che hanno diritto all’ingresso gratuito, non ne possono usufruire con la prenotazione in rete), facendoci largo a fatica tra la massa, abbiamo raggiunto alcuni amici al lavoro nei loro stand e cercato contatti con altri autori e produttori. Innanzitutto, un paio di rilievi puramente organizzativi: gli standisti, obbligati nei loro “loculi” dall’affitto esosissimo, non hanno la possibilità di prendersi un caffè o espletare le loro necessità, nel capannone dove lavorano e questo, è insostenibile per una fiera che si rispetti; inoltre, la massa di persone che si avvicendava davanti agli stand, costringeva spesso, a proseguire oltre per l’impossibilità di anche solo poter vedere le pubblicazioni, dato lo spazio davvero esiguo. In linea di massima, abbiamo osservato una serie di piccole iniziative da parte di giovani autori e produttori che provano ad inserirsi, a loro spese, in un mercato di fatto inesistente, sperando in un colpo di fortuna. Siamo riusciti a contattarne pochi, ma possiamo affermare che il livello qualitativo è abbastanza alto, sebbene frutto più del computer che non del pennino. In ogni caso, il nostro plauso alla tenacia e alla resistenza di questi giovani fumettisti che provano a tenere in vita questa forma d’arte. Per quanto riguarda i grandi, inutile il tentativo di accedere al padiglione PANINI, la fila cominciava dal portone della cattedrale (a pagamento anche questa, ovviamente). Proseguendo, arrivavamo al padiglione BONELLI e qui, la più grande manifestazione di spocchia e inciviltà: nonostante avessimo esibito i biglietti acquistati via web, ci veniva richiesta una ulteriore vidimazione da effettuarsi presso la stazione ferroviaria, ben distante dal luogo. Pur dimostrando i nostri certificati di invalidità, il solerte addetto all’ingresso, non ha voluto sentire ragioni per cui, abbiamo saltato senza rimpianti, il padiglione bonelliano ripromettendoci di non frequentarlo mai più in qualunque manifestazione in giro per l’Italia. Delusi e affamati, ce ne siamo andati in un ristorantino e, complice la giornata estiva, all’aperto, ci siamo gustati degli ottimi ravioli alla lucchese in uno splendido ragù, ed un paio di birre artigianali locali di grande qualità. Tutto è bene quello che finisce bene, ma come sempre, all’italiana, finisce sempre “a tarallucci e vino”. Lucca Comics, mai più.
Pino Antonelli