L'AUTORE
Moreno Chiacchiera
Nasce a Foligno nel 1957 (festeggia
il suo compleanno lo stesso giorno di Topolino, il 18 novembre!), nel mondo del
fumetto e dell’illustrazione praticamente da sempre, già nel 1983 ha pubblicato
il suo primo fumetto “ROCKSTORY” storia del rock a fumetti pubblicata con la
rivista Rockstar, e vari altri fumetti a scopo didattico distribuiti dalle
maggiori testate italiane, fino al 2012 quando pubblica un fumetto sulla storia
di Foligno e della Giostra della Quintana. Tra il 2014 e il 2015, pubblica due
volumi di vignette umoristiche: “IL MIO CARO VECCHIO WEST” e “MEDIOEVO… E
DINTORNI”. Collabora come illustratore e cartoonist con le più importanti case
editrici italiane (tra cui Panini, Mondadori, De Agostini, Zanichelli, Giunti,
Loescher, Rusconi, ecc.) e straniere (tra cui Oxford University Press,
Cambridge University Press, Mcmillan, Rising Stars, York Press, Bramblekids,
QED publishing, PowerKids press NY, ecc.) specializzate in editoria per
ragazzi; i suoi lavori vengono pubblicati, oltre che in Italia, in Inghilterra,
USA, Canada, Australia, Giappone, Spagna, Germania, Francia, Austria, Polonia,
Paesi Arabi e Caraibi.
Accademico di Merito
all’Accademia di Belle Arti di Perugia, membro dell’Associazione Autori
d’immagini (ex Assoc. Illustratori), della Society of Children’s Book Writersand Illustrators of America, dell’Art Directors Club of New York, della
britannica Beehive Illustration Agency. Selezionato dalle Giurie dell’Annual
Illustratori Italiani, riceve gli “AWARD” per l’illustrazione negli anni 2007,
2008, 2013, 2014 e 2015. È l’ideatore ed organizzatore di “RIONE CASSERO IN
COMICS” a Foligno, che nell’edizione 2015 ha raccolto le opere di 93 tra i più
importanti autori italiani e stranieri del fumetto e dell’illustrazione.
Moreno Chiacchiera
INTERVISTA BREVE
D- Immagino che il disegno sia stata la tua passione sin da bambino.
Quando hai capito che sarebbe diventata la tua professione?
R- Esatto; le cronache familiari
dicono che a 2 anni facevo le macchinine da corsa con tanto di pilota e fumo,
più precisamente erano delle supposte con un cerchietto sopra ed un ricciolo
che usciva da dietro, fino ad arrivare a 4 anni quando feci il mio primo
elefante “cubista” (cioè quadrato, non da discoteca) e il primo sentore di
fumetto sempre a quell’età con una forchetta ed un cucchiaio con occhi e bocca
che si tenevano per mano; poi all’età di 6 anni ricopiavo dall’inizio alla fine
tutti i fumetti di topolino (con il quale ho un legame particolare essendo nato
nello stesso giorno...il 18 novembre!). Nel tempo ho sempre disegnato,
lavorando anche come Art director in pubblicità e nello stesso tempo facendo illustrazioni,
fino ad arrivare al giorno in cui ho deciso di fare solo l’illustratore, che è
la mia attività principale; fumetti e l’umorismo, possiamo dire che li faccio
per divertirmi non avendo la necessità di ricavarne la sopravvivenza... fortunatamente!
D- Consiglieresti ad un giovane di oggi, di intraprendere la strada
dell'illustrazione e del fumetto?
R- Se ha le capacità e la
passione, sicuramente sì, più nell’illustrazione che nel fumetto, ma ovviamente
questo dipende appunto dalle capacità stilistiche; poi come sempre dico, la
bravura non è sufficiente se non supportata da una forte passione, perché è
proprio quest’ultima che ti stimola ad andare avanti e fare sempre meglio;
molti “geni” del disegno purtroppo si sono persi per strada proprio perché
mancavano della giusta dose di passione, senza la quale si rimane sempre dei
buoni esecutori ma dei cattivi creativi!
D- Quali difficoltà riscontri nella tua attività, con l'editoria
italiana?
R- L’editoria in generale
purtroppo in Italia è sempre sofferente; per quello che mi riguarda, lavorando
per l’editoria per ragazzi, nel ludico e prevalentemente nello scolastico, non
sento particolarmente la crisi, ma la differenza tra l’editoria italiana e straniera
è nell’approccio e nel merito: in Italia si ha un ottimo rapporto con le
persone delle redazioni, ma la casa editrice dalla quale dipendono a volte ha
degli atteggiamenti scostanti e direi anche “presuntuosi” nei confronti dei
suoi collaboratori, mentre all’estero le cose cambiano, spesso sono i vertici
stessi delle case editrici che anche a distanza di tempo ti fanno i complimenti
per i lavori che hanno successo; aggiungo che specialmente nell’editoria
anglosassone, l’uso dell’illustrazione è molto più consistente di quella
italiana; addirittura negli USA quando
partecipi come illustratore, puoi essere sicuro che avrai il nome in copertina!
D- Puoi descriverci brevemente, le tecniche che usi? Digitale,
tradizionale o entrambi?
R- Io vengo da un’educazione
artistica (istituto d’Arte e Accademia di Belle Arti di Perugia della quale
sono onoratissimo di essere stato inserito tra i suoi “Accademici di Merito”
nel 2008), quindi in quanto tale ho la conoscenza di quasi la totalità delle
tecniche di disegno e colorazione, ma ovviamente molte rimaste ad un livello
teorico, mi piace molto la grafica in bianco e nero con la quale mi diverto
quando prendo parte alle fiere del fumetto, proprio perché in quei momenti
posso dare libero sfogo alle mie passioni “disegnanti”. Nell’ambito
professionale gli editori preferiscono avere files digitali, quindi oramai sono
anni che lavoro prevalentemente in digitale, una tecnica che sicuramente
snellisce molto i tempi di lavorazione, ma sicuramente le cose fatte in
digitale non hanno quel fascino tipico delle cose fatte “in casa” con carta,
matita e colori. Comunque l’importante è disegnare, disegnare... e disegnare. Dobbiamo
ritenerci fortunati ad avere queste capacità, non ci aiuteranno a vivere più a
lungo, ma sicuramente a vivere meglio!
LA TECNICA
DIGITALE: QUALE PROGRAMMA?
Il progresso tecnologico delle tavolette grafiche (ne abbiamo parlato in post precedenti), ha spinto molti autori ad usare il computer mettendo da parte china e pennelli. La velocità di esecuzione, la possibilità di correzioni immediate, la consegna dei files via web, hanno facilitato tali abitudini. Il lavoro è lavoro e quindi, bisogna fare conto sulla produttività e sul contenimento dei costi. La nostra personale opinione è che comunque, quando vai a visitare una mostra di fumettisti famosi, ancora provi emozione davanti alle loro tavole originali e, come abbiamo già detto, è un po' la differenza che si prova davanti ad un dipinto e la sua riproduzione stampata. Tant'è: non torniamo al carretto perché ci manca il rapporto con il cavallo ed usiamo quindi, l'automobile. Una volta acquistato l'hardware digitale, sia esso un computer abbastanza potente ed una tavoletta grafica (un investimento piuttosto costoso e che diventa obsoleto in poco tempo), abbiamo bisogno anche del software con il quale realizzeremo i nostri capolavori. In questa fase, tralasciamo i programmi "vettoriali" dei quali parleremo in altra occasione e puntiamo su quello cosiddetti "bitmap". Si tratta di una serie di software più o meno conosciuti che consentono all'artista di esprimersi con i mezzi per lui più idonei, dalle matite ai pennelli, dai pennini ad ogni forma di colorazione. Principe di tali programmi, è PHOTOSHOP, strumento ben noto ai fotografi e ai grafici: fino a poco tempo fa, il programma richiedeva un notevole sforzo per l'acquisto; oggi, l'Adobe ha ben pensato di offrirlo in forma di pagamento mensile dal costo più che accettabile, tramite abbonamento che si può disdire quando si vuole. Non è da considerare un programma facile e ci vuole un buon periodo di apprendimento per venire a conoscerne i suoi segreti. Possiamo però affermare, che ad un fumettista o illustratore, basta l'apprendimento di relativamente pochi strumenti e funzionalità. Altro programma molto famoso tra i fumettisti, è Clip Studio (derivante dal noto Manga Studio). Il programma ha un costo accettabile, ma la quantità stratosferica di menu e possibilità, lo rendono forse, il più difficile da padroneggiare ed ogni volta, se ne scopre qualche possibilità nascosta. Diciamo che richiede un lungo periodo di apprendimento che talvolta, può stufare l'utente alle prese con le innumerevoli finestre e sottomenu, da aprire e scoprire. Altro pilastro della grafica pittorica e dell'illustrazione, è il famoso Corel Painter: il programma, pensato per ogni tipo di artista, ha a disposizione tutti gli strumenti per disegnare che neanche una cartotecnica potrebbe sognare. Ed è qui il suo punto debole (oltre al costo non indifferente che supera i 400 euro): il software non è così intuitivo come può sembrare e anche in questo caso, l'apprendimento è piuttosto lungo e complesso. Poco conosciuto, è il suo fratellino minore, il Painter Essential che con una cifra di meno di 50 euro, fa tutto quello che serve a un disegnatore di fumetti ed a un illustratore. Solo in inglese, è abbastanza intuitivo, semplice da usare e, come dichiarato nel suo nome, essenziale. Altri software simili e poco costosi, di trovano in rete; facciamo solo un esempio: Art Rage nella sua versione pro (meno di 50 euro) e light (meno di 30 euro). Anche qui, il programma concede veramente l'essenziale, ma dai risultati, sembra che si possa eseguire comunque, qualunque tipo di illustrazione o fumetto.
Pino Antonelli
Clip Studio (manga Studio), Corel Painter, Painter Essential