giovedì 3 novembre 2016

IL PERSONAGGIO: CELLULITE - LO STRUMENTO: NUOVE WACOM

CELLULITE

Personaggio creato nel 1969 dalla disegnatrice ed autrice Claire Bretécher ed apparso per la prima volta il 19 Giugno dello stesso anno sulle pagine del settimanale francese Pilote. Cellulite è l'antitesi delle principesse per antonomasia protagoniste delle favole: è brutta, con i capelli lisci ed una faccia costellata da foruncoli, avara, stupida ed affamata di sesso, i suoi sforzi sono immani: sovente le è capitato di riempire di trappole la strada che conduce al suo castello nella speranza che qualche principe vi cadesse dentro, è arrivata persino a rapire il consigliere del padre. Un personaggio, questa Cellulite, alquanto grottesco e non le son da meno le figure maschili che confermano il cinico giudizio da essa espresso nei riguardi del sesso forte: "... se le donne non sono molto, gli uomini sono delle nullità". Suo padre, il re, è un uomo senza spina dorsale, un pavido, un egoista, un essere che pensa solo ed esclusivamente a se stesso, i cavalieri di corte sono dei parassiti, dei lacchè, ed i contadini sono una manica di gentaglia incolta. Gli spunti che legano il personaggio a Wizard of Id sono moltissimi salvo che la Bretécher è molto più pessimista di quanto non lo sia Hart circa il valore della razza umana. Le avventure di tale personaggio sono state ristampate in volume da Dargaud.




LE NUOVE WACOM

Wacom presenta Mobile Studio Pro rendendo il lavoro del disegnatore-illustratore, "mobile". Infatti, se fino a poco tempo fa, il disegnatore "digitale" doveva avvalersi della tavoletta grafica o dei monitor tavoletta collegate ad un computer, i modelli Mobile Studio (come dice il nome stesso) sono trasportabili come un qualsiasi tablet o portatile. Dotate di un proprio sistema operativo (Windows 10), possono avere diverse configurazioni, ma tutte hanno in comune la trasportabilità e l'indipendenza dal computer. Inutile indicare i possibili vantaggi per chi lavora muovendosi e non sempre chiuso nel proprio studio. Dotate di tutte le caratteristiche necessarie, dall'ottima fotocamera (cattura scansioni 3D con il built-in software della fotocamera e la scansione Intel ™ senso reale, disponibile su alcuni modelli), ingressi ed uscite varie (USB, ecc.), dotate di connessione WiFi, possono anche essere utilizzate come tavoletta grafica se collegate ad un computer. Le configurazioni possibili, sono caratterizzate dalla diversità delle dimensioni del monitor, dalla definizione (si arriva per il modello di punta, a 3840 x 2160) e dalla memoria. Processori di sesta generazione Intel® Core ™Scheda grafica NVIDIA® Quadro® M600M 2GB GDDR5 di NVIDIA® Quadro® M1000M 4GB GDDR5 Stoccaggio 256GB a 512GB Solid State Drive (SSD)  (a seconda del modello). Penna creativa, ComputerMicro SD slot per schede SDXC (UHS-II) RAM 8 GB a 16 GB DDR3  (a seconda del modello). Sensore di impronte digitali su alcuni modelli Multi-Touch SìPen Wacom pro penna 2Pen Livelli di pressione 8192, sia Pennino e gommaRaggio di inclinazione di 40 gradi. Tilt riconoscimento ± 60 livelli tipo sensibile alla pressione, senza fili, connessione a batteria. Pennino Extra, 3 pennini in più (2 standard, 1 feltro) Pen Custodia, Grip in gomma siliconica lattice.
A seconda del modello (rimandiamo al sito della casa), i prezzi vanno dai 1.899,90 ai 2.699,90 per la versione con monitor da 13", e dai 2.599,90 ai 3.199,90 per i modelli con display da 16". Indubbiamente, si tratta di prezzi elevati, ma per chi punta sulla produttività e sulla mobilità, attualmente non c'è di meglio. Il Surface di Microsoft si è rivelato lento e con penna instabile; meglio la penna del nuovo iPad 12 pollici di Apple, ma quasi inesistente la gamma software per chi lavora con il disegno.
Chi fa dell'illustrazione e del disegno, troverà molto interessanti questi nuovi strumenti; rimaniamo comunque dell'idea, che pensando ad un futuro artistico, un conto è vedere esposta una tavola "originale" e un altro, una stampa.






martedì 1 novembre 2016

DIARIO (E DELIRIO) DI UNA GIORNATA A LUCCA COMICS 2016

Erano un po’ di anni che non andavamo a Lucca Comics, non ricordo quanti, ma di certo, parecchi viste le cose che sono cambiate. La parola COMICS è decisamente limitativa e non tiene conto delle innumerevoli innovazioni e cambiamenti. La presenza di tensiostrutture dedicate a videogiochi e altro, non giustifica la parola FUMETTI e basta. Chiariamoci subito: la nostra è stata davvero una toccata e fuga per riassaporare l’ambiente, ma alla fine, stanchi e desolati, siamo tornati con il proposito del “mai più!”. Troppe le cose inadatte a chi non è più giovane, troppo il giro di denaro e di affari da parte di chi organizza talvolta, senza nessun rispetto per gli utenti più disagiati. Complice il ponte dei Santi, secondo i giornali locali, le presenze a Lucca in questi giorni, hanno superato abbondantemente le 200.000. Troppe. Troppe per usufruire di una manifestazione ormai ammalata di gigantismo e niente affatto economica. Inoltre, tale massa di persone e l’ambizione di voler fare troppo, ha portato a non poter godere di niente se non di punti specifici e ricercati. Complice la giornata bellissima, migliaia di persone circolavano per il centro storico della città più o meno sbandate, alla ricerca del loro specifico interesse mischiate insieme a migliaia di maschere “cosplay” (la maggioranza davvero bruttine). Dopo aver cercato inutilmente, un parcheggio per disabili (purtroppo abbiamo questo problema), lasciata l’auto fuori le mura, ci siamo incamminati alla ricerca dei nostri centri di interesse. Risultato dalla parte opposta della città e quindi, sottoponendoci ad una notevole camminata, siamo giunti al padiglione GIGLIO, quello che effettivamente, ci interessava maggiormente. Entrando a fatica (dopo aver esibito ad una stralunata ragazza, il nostro biglietto acquistato a caro prezzo via web, e qui non si capisce perché i disabili che hanno diritto all’ingresso gratuito, non ne possono usufruire con la prenotazione in rete), facendoci largo a fatica tra la massa, abbiamo raggiunto alcuni amici al lavoro nei loro stand e cercato contatti con altri autori e produttori. Innanzitutto, un paio di rilievi puramente organizzativi: gli standisti, obbligati nei loro “loculi” dall’affitto esosissimo, non hanno la possibilità di prendersi un caffè o espletare le loro necessità, nel capannone dove lavorano e questo, è insostenibile per una fiera che si rispetti; inoltre, la massa di persone che si avvicendava davanti agli stand, costringeva spesso, a proseguire oltre per l’impossibilità di anche solo poter vedere le pubblicazioni, dato lo spazio davvero esiguo. In linea di massima, abbiamo osservato una serie di piccole iniziative da parte di giovani autori e produttori che provano ad inserirsi, a loro spese, in un mercato di fatto inesistente, sperando in un colpo di fortuna. Siamo riusciti a contattarne pochi, ma possiamo affermare che il livello qualitativo è abbastanza alto, sebbene frutto più del computer che non del pennino. In ogni caso, il nostro plauso alla tenacia e alla resistenza di questi giovani fumettisti che provano a tenere in vita questa forma d’arte. Per quanto riguarda i grandi, inutile il tentativo di accedere al padiglione PANINI, la fila cominciava dal portone della cattedrale (a pagamento anche questa, ovviamente). Proseguendo, arrivavamo al padiglione BONELLI e qui, la più grande manifestazione di spocchia e inciviltà: nonostante avessimo esibito i biglietti acquistati via web, ci veniva richiesta una ulteriore vidimazione da effettuarsi presso la stazione ferroviaria, ben distante dal luogo. Pur dimostrando i nostri certificati di invalidità, il solerte addetto all’ingresso, non ha voluto sentire ragioni per cui, abbiamo saltato senza rimpianti, il padiglione bonelliano ripromettendoci di non frequentarlo mai più in qualunque manifestazione in giro per l’Italia. Delusi e affamati, ce ne siamo andati in un ristorantino e, complice la giornata estiva, all’aperto, ci siamo gustati degli ottimi ravioli alla lucchese in uno splendido ragù, ed un paio di birre artigianali locali di grande qualità. Tutto è bene quello che finisce bene, ma come sempre, all’italiana, finisce sempre “a tarallucci e vino”. Lucca Comics, mai più.
Pino Antonelli



martedì 25 ottobre 2016

CLAUDIO FERRACCI E "LA BIBLIOTECA DELLE NUVOLE"

L'AUTORE

Claudio Ferracci si interessa di disegno e di fumetti da sempre. Nella metà degli anni ’80 dà vita con quattro amici al gruppo Flit, che produce l’omonima rivista. Nel 1993 fonda l’associazione UmbriaFumetto, con la quale organizza l’omonimo festival fino al 2000. Nel 2002 fonda a Perugia la Biblioteca delle Nuvole, biblioteca pubblica di fumetti divenuta comunale nel 2005. È stato tra i fondatori della rivista umoristica TFR e vignettista del web magazine Umbria24. Fa parte del gruppo “FumettistisuRai3”. Ha illustrato il “Mercante in Fiera alla perugina”, il “Mercante dei freghi perugini”, la “Tombola alla perugina”, il “Pinocchio n’perugino” e “ Capuccetti rosci”.


BREVE INTERVISTA

D- Immagino che i fumetti siano stata la tua passione sin da bambino. Quando hai capito che sarebbe diventato un impegno lavorativo?
R-  Non si può chiamare impegno lavorativo, nel mio caso, anche se ci assomiglia molto. La passione però è vera, ma non proprio per il fumetto quanto, in modo più allargato, per il disegno, che mi è stata trasmessa da un amico d’infanzia, in prima elementare. Poi di fatto dove potevi godere di tanto disegno, essendo un ragazzino nei primi anni’60, se non nei fumetti?
D- Consiglieresti ad un giovane di oggi, di intraprendere la strada dell'illustrazione e del fumetto?
R-  Faccio volentieri mia una risposta che ho sentito dare da Vittorio Giardino. Interpellato sul tema Vittorio, ha detto che non consiglierebbe a nessuno, oggi, di intraprendere questo tipo di carriera, ma se sei uno che non può fare a meno di disegnare è la vita per te. Credo che abbia espresso il succo del problema: oggi si può fare, ma con tanta passione e spirito di sacrificio.
D- Quali difficoltà riscontri nella tua attività, con l'editoria italiana?
R-  nella mia attività, che è poi quella di gestire una biblioteca di fumetti, trovo due grandi difficoltà:
- Le leggi di mercato e il calo di lettori hanno portato al frantumarsi dell’offerta di albi e libri a fumetti ed all’aumento dei prezzi, cosicché oggi è praticamente impossibile acquistare tutto. Questo dato, unito alla crisi economica delle pubbliche amministrazioni, rende utopico pensare che esistano strutture come le biblioteche in grado di conservare, a beneficio degli utenti futuri, questo patrimonio culturale.
- Il mancato investimento dell’editoria italiana, negli ultimi 40 anni, sulla produzione destinata ai bambini ha portato ad uno “spopolamento” di lettori. Oggi i nostri sforzi per avviare alla lettura dei fumetti nelle scuole primarie sono in gran parte invalidati da questa mancanza.
D-  Credi che il fumetto sia al tramonto, visto il proliferare di videogiochi ed il costo dei materiali cartacei, tipografici e di distribuzione?
R-  Credo che il fumetto non morirà. Certamente non sarà mai più un prodotto di massa. Certamente dovrà adeguarsi dal punto di vista della fruizione e distribuzione.
D-  Possono le librerie specializzate, costituire un minimo di speranza per l'editoria in proprio ed una distribuzione mirata, per quanto settoriale?
R-  Credo che il modello della libreria specializzata abbia avuto la sua importanza; specie per la visibilità degli editori piccoli e indipendenti. Credo però che il futuro sia nella mediateca, uno spazio dove si possano acquistare, a pari dignità espositiva, libri, film, dischi e fumetti. Certo questa svolta richiederà operatori competenti e non “razzisti”.
D-  In nord Europa, specialmente in Francia ed in Belgio, è tutt'ora attiva un'editoria specializzata in fumetti, specialmente cartonati e graphic novels; credi che tale esperienza si possa tentare anche in Italia?
R-  Credo che Francia e Belgio, mercati tradizionalmente molto più forti del nostro, siano in forte contrazione, mentre gli altri mercati del nord Europa sono molto indietro, seppure stiano guadagnando terreno. La naturale evoluzione del consumo del prodotto fumetto in Europa è di diventare sempre più simile al libro, sia come confezione sia come distribuzione. In Germania i libri a fumetti tipo graphic novel vendono più dei manga giapponesi. Il nostro problema è un’editoria che ha sempre inseguito il miraggio di un prodotto popolare, destinato a grandi e piccini, di grande tiratura e capillare distribuzione. Se l’ultimo fenomeno del genere è stato Dylan Dog trent’anni fa, forse si impone una riflessione.
D- Puoi darci qualche informazione sulla "Biblioteca delle nuvole" ?
R- la Biblioteca delle Nuvole di Perugia nasce nel 2002 come espressione dell’associazione culturale UmbriaFumetto, ma dal 2007 diviene biblioteca comunale specializzata in fumetti e libri illustrati. La biblioteca fornisce un servizio di consultazione e prestito gratuito. Ha una sola realtà paragonabile, il Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona, attivo dal 1988. Nata dalla cessione in comodato di una collezione privata, conta oltre 55.000 titoli tra riviste, albi, volumi a fumetti, testi di saggistica sul fumetto, l’illustrazione e la comunicazione visiva, libri illustrati, manualistica sul disegno e l’illustrazione, fumetti in lingue straniere. L’associazione che la gestisce organizza presentazioni di libri, incontri con autori, corsi di disegno e sceneggiatura per adulti e per ragazzi, in sede o nelle scuole di ogni ordine e grado. Inoltre collabora all’ organizzazione di eventi sul fumetto e non solo, quali PerugiaComics, DrawingMasters, Orvieto Comics, Tiferno Comic Fest, Cantine in Centro, LarsRockFestival, L’UmbriacheSpacca, Figuratevi, ImmaginarioFestival e molti altri.

LA BIBLIOTECA DELLE NUVOLE

La Biblioteca delle Nuvole di Perugia in Via del Fosso-Via Magnini (zona Stadio), è una delle più grandi biblioteche specializzate di fumetti ed illustrazione in Italia. L’ ingresso è libero e la consultazione gratuita, si può usufruire di un servizio prestiti ed è inoltre possibile organizzare visite guidate su appuntamento. L’associazione organizza inoltre corsi di disegno, corsi di tecnica del fumetto, seminari, incontri con autori, mostre personali e tematiche, conferenze e proiezioni. Si offre inoltre consulenza per tesi di laurea.





Via del Fosso – Via Magno Magnini
(presso la scuola media Pascoli)
Perugia, Italy


La biblioteca delle nuvole sarà a LUCCA 2016

domenica 23 ottobre 2016

L'AUTORE: MORENO CHIACCHIERA DIGITALE: QUALE PROGRAMMA?

L'AUTORE

Moreno Chiacchiera
Nasce a Foligno nel 1957 (festeggia il suo compleanno lo stesso giorno di Topolino, il 18 novembre!), nel mondo del fumetto e dell’illustrazione praticamente da sempre, già nel 1983 ha pubblicato il suo primo fumetto “ROCKSTORY” storia del rock a fumetti pubblicata con la rivista Rockstar, e vari altri fumetti a scopo didattico distribuiti dalle maggiori testate italiane, fino al 2012 quando pubblica un fumetto sulla storia di Foligno e della Giostra della Quintana. Tra il 2014 e il 2015, pubblica due volumi di vignette umoristiche: “IL MIO CARO VECCHIO WEST” e “MEDIOEVO… E DINTORNI”. Collabora come illustratore e cartoonist con le più importanti case editrici italiane (tra cui Panini, Mondadori, De Agostini, Zanichelli, Giunti, Loescher, Rusconi, ecc.) e straniere (tra cui Oxford University Press, Cambridge University Press, Mcmillan, Rising Stars, York Press, Bramblekids, QED publishing, PowerKids press NY, ecc.) specializzate in editoria per ragazzi; i suoi lavori vengono pubblicati, oltre che in Italia, in Inghilterra, USA, Canada, Australia, Giappone, Spagna, Germania, Francia, Austria, Polonia, Paesi Arabi e Caraibi.
Accademico di Merito all’Accademia di Belle Arti di Perugia, membro dell’Associazione Autori d’immagini (ex Assoc. Illustratori), della Society of Children’s Book Writersand Illustrators of America, dell’Art Directors Club of New York, della britannica Beehive Illustration Agency. Selezionato dalle Giurie dell’Annual Illustratori Italiani, riceve gli “AWARD” per l’illustrazione negli anni 2007, 2008, 2013, 2014 e 2015. È l’ideatore ed organizzatore di “RIONE CASSERO IN COMICS” a Foligno, che nell’edizione 2015 ha raccolto le opere di 93 tra i più importanti autori italiani e stranieri del fumetto e dell’illustrazione.

Moreno Chiacchiera

 INTERVISTA BREVE

D- Immagino che il disegno sia stata la tua passione sin da bambino. Quando hai capito che sarebbe diventata la tua professione?
R- Esatto; le cronache familiari dicono che a 2 anni facevo le macchinine da corsa con tanto di pilota e fumo, più precisamente erano delle supposte con un cerchietto sopra ed un ricciolo che usciva da dietro, fino ad arrivare a 4 anni quando feci il mio primo elefante “cubista” (cioè quadrato, non da discoteca) e il primo sentore di fumetto sempre a quell’età con una forchetta ed un cucchiaio con occhi e bocca che si tenevano per mano; poi all’età di 6 anni ricopiavo dall’inizio alla fine tutti i fumetti di topolino (con il quale ho un legame particolare essendo nato nello stesso giorno...il 18 novembre!). Nel tempo ho sempre disegnato, lavorando anche come Art director in pubblicità e nello stesso tempo facendo illustrazioni, fino ad arrivare al giorno in cui ho deciso di fare solo l’illustratore, che è la mia attività principale; fumetti e l’umorismo, possiamo dire che li faccio per divertirmi non avendo la necessità di ricavarne la sopravvivenza... fortunatamente!

D- Consiglieresti ad un giovane di oggi, di intraprendere la strada dell'illustrazione e del fumetto?
R- Se ha le capacità e la passione, sicuramente sì, più nell’illustrazione che nel fumetto, ma ovviamente questo dipende appunto dalle capacità stilistiche; poi come sempre dico, la bravura non è sufficiente se non supportata da una forte passione, perché è proprio quest’ultima che ti stimola ad andare avanti e fare sempre meglio; molti “geni” del disegno purtroppo si sono persi per strada proprio perché mancavano della giusta dose di passione, senza la quale si rimane sempre dei buoni esecutori ma dei cattivi creativi!

D- Quali difficoltà riscontri nella tua attività, con l'editoria italiana?
R- L’editoria in generale purtroppo in Italia è sempre sofferente; per quello che mi riguarda, lavorando per l’editoria per ragazzi, nel ludico e prevalentemente nello scolastico, non sento particolarmente la crisi, ma la differenza tra l’editoria italiana e straniera è nell’approccio e nel merito: in Italia si ha un ottimo rapporto con le persone delle redazioni, ma la casa editrice dalla quale dipendono a volte ha degli atteggiamenti scostanti e direi anche “presuntuosi” nei confronti dei suoi collaboratori, mentre all’estero le cose cambiano, spesso sono i vertici stessi delle case editrici che anche a distanza di tempo ti fanno i complimenti per i lavori che hanno successo; aggiungo che specialmente nell’editoria anglosassone, l’uso dell’illustrazione è molto più consistente di quella italiana;  addirittura negli USA quando partecipi come illustratore, puoi essere sicuro che avrai il nome in copertina!

D- Puoi descriverci brevemente, le tecniche che usi? Digitale, tradizionale o entrambi?
R- Io vengo da un’educazione artistica (istituto d’Arte e Accademia di Belle Arti di Perugia della quale sono onoratissimo di essere stato inserito tra i suoi “Accademici di Merito” nel 2008), quindi in quanto tale ho la conoscenza di quasi la totalità delle tecniche di disegno e colorazione, ma ovviamente molte rimaste ad un livello teorico, mi piace molto la grafica in bianco e nero con la quale mi diverto quando prendo parte alle fiere del fumetto, proprio perché in quei momenti posso dare libero sfogo alle mie passioni “disegnanti”. Nell’ambito professionale gli editori preferiscono avere files digitali, quindi oramai sono anni che lavoro prevalentemente in digitale, una tecnica che sicuramente snellisce molto i tempi di lavorazione, ma sicuramente le cose fatte in digitale non hanno quel fascino tipico delle cose fatte “in casa” con carta, matita e colori. Comunque l’importante è disegnare, disegnare... e disegnare. Dobbiamo ritenerci fortunati ad avere queste capacità, non ci aiuteranno a vivere più a lungo, ma sicuramente a vivere meglio!




LA TECNICA

DIGITALE: QUALE PROGRAMMA?
Il progresso tecnologico delle tavolette grafiche (ne abbiamo parlato in post precedenti), ha spinto molti autori ad usare il computer mettendo da parte china e pennelli. La velocità di esecuzione, la possibilità di correzioni immediate, la consegna dei files via web, hanno facilitato tali abitudini. Il lavoro è lavoro e quindi, bisogna fare conto sulla produttività e sul contenimento dei costi. La nostra personale opinione è che comunque, quando vai a visitare una mostra di fumettisti famosi, ancora provi emozione davanti alle loro tavole originali e, come abbiamo già detto, è un po' la differenza che si prova davanti ad un dipinto e la sua riproduzione stampata. Tant'è: non torniamo al carretto perché ci manca il rapporto con il cavallo ed usiamo quindi, l'automobile. Una volta acquistato l'hardware digitale, sia esso un computer abbastanza potente ed una tavoletta grafica (un investimento piuttosto costoso e che diventa obsoleto in poco tempo), abbiamo bisogno anche del software con il quale realizzeremo i nostri capolavori. In questa fase, tralasciamo i programmi "vettoriali" dei quali parleremo in altra occasione e puntiamo su quello cosiddetti "bitmap". Si tratta di una serie di software più o meno conosciuti che consentono all'artista di esprimersi con i mezzi per lui più idonei, dalle matite ai pennelli, dai pennini ad ogni forma di colorazione. Principe di tali programmi, è PHOTOSHOP, strumento ben noto ai fotografi e ai grafici: fino a poco tempo fa, il programma richiedeva un notevole sforzo per l'acquisto; oggi, l'Adobe ha ben pensato di offrirlo in forma di pagamento mensile dal costo più che accettabile, tramite abbonamento che si può disdire quando si vuole. Non è da considerare un programma facile e ci vuole un buon periodo di apprendimento per venire a conoscerne i suoi segreti. Possiamo però affermare, che ad un fumettista o illustratore, basta l'apprendimento di relativamente pochi strumenti e funzionalità. Altro programma molto famoso tra i fumettisti, è Clip Studio (derivante dal noto Manga Studio). Il programma ha un costo accettabile, ma la quantità stratosferica di menu e possibilità, lo rendono forse, il più difficile da padroneggiare ed ogni volta, se ne scopre qualche possibilità nascosta. Diciamo che richiede un lungo periodo di apprendimento che talvolta, può stufare l'utente alle prese con le innumerevoli finestre e sottomenu, da aprire e scoprire. Altro pilastro della grafica pittorica e dell'illustrazione, è il famoso Corel Painter: il programma, pensato per ogni tipo di artista, ha a disposizione tutti gli strumenti per disegnare che neanche una cartotecnica potrebbe sognare. Ed è qui il suo punto debole (oltre al costo non indifferente che supera i 400 euro): il software non è così intuitivo come può sembrare e anche in questo caso, l'apprendimento è piuttosto lungo e complesso. Poco conosciuto, è il suo fratellino minore, il Painter Essential che con una cifra di meno di 50 euro, fa tutto quello che serve a un disegnatore di fumetti ed a un illustratore. Solo in inglese, è abbastanza intuitivo, semplice da usare e, come dichiarato nel suo nome, essenziale. Altri software simili e poco costosi, di trovano in rete; facciamo solo un esempio: Art Rage nella sua versione pro (meno di 50 euro) e light (meno di 30 euro). Anche qui, il programma concede veramente l'essenziale, ma dai risultati, sembra che si possa eseguire comunque, qualunque tipo di illustrazione o fumetto.

Pino Antonelli


Clip Studio (manga Studio), Corel Painter, Painter Essential





sabato 22 ottobre 2016

I FUMETTI, LA POP ART E LA MUSICA TRA GLI ANNI 1960 - 1970

Non poteva mancare il fumetto nell'espressione della POPART e, di conseguenza, la realizzazione di copertine di album. Capostipite e guru di questo movimento artistico, fu Andy Warhol. Uno studio al quinto piano di un palazzo newyorkese, al 231 East 47th Street, tra il 1962 e il 1968 fu il cuore pulsante di una vera e propria rivoluzione artistica, guidata da un genio. Era The Factory, la "fabbrica", il luogo in cui Andy Warhol creava la magia: nato come punto di ritrovo per artisti, vi orbitarono numerosi personaggi, un vero e proprio entourage per Warhol, che lavorava giorno e notte ai suoi dipinti. Alla Factory vennero create le famose serigrafie, ma non solo: le persone di cui dicevamo prima aiutavano l'artista a creare i suoi dipinti, ma recitavano anche nei suoi film, e, nel cosiddetto "tempo libero"  venivano date feste molto frequentate. Lo studio ai tempi era noto anche come "Silver Factory" perché era stato decorato dal fotografo Billy Name con stagnola e vernice argentata, e gli anni passati alla Factory diventarono noti anche come l'Età d'Argento, non solo per il colore del luogo, ma anche per lo stile di vita che si conduceva al suo interno (la stagnola è un riferimento all'uso di droghe). Warhol usava la Factory anche come laboratorio per produrre, chiamiamolo così, merchandising e opere su commissione. Qui creò la copertina del disco di debutto dei Velvet Underground di Lou Reed "The Velvet Underground & Nico", l'iconica banana gialla (che poteva essere pelata, rivelando una 'sorpresa'). Tra l'altro Andy incluse la band, che faceva le prove proprio nello studio, in uno spettacolo che univa arte, rock, immagini, film e ballerini: "Exploding Plastic Inevitable". Nel 1968 Andy spostò la Factory al sesto piano del Decker Building (33 Union Square West), vicino al celebre locale Max's Kansas City. Una curiosità: al di là della 'Factory' originale, anche gli altri studi in cui l'artista ha lavorato hanno portato lo stesso nome. Purtroppo oggi l'edificio che ospitava la Factory non esiste più, ma questo studio resterà per sempre nella leggenda. Qui sotto, riportiamo una serie di cover di album, più o meno famosi, che si rifanno alla POP ART, ma, sopratutto, ed è quello che ci interessa, al fumetto.

Pino Antonelli
 
The Velvet Underground & Nico


Artista: The Mothers of Invention
Titolo: WeaselsRipped My Flesh
Illustratore: Neon Park - 1970


Artista: Big Brother & The Holding Co.
Titolo: Cheap Trills
Illustratore: R. Crumb - 1968

Artisti vari, Titoli vari
Illustratori: John Pruitt, David Antsey, Neal Adams, Keith Davis, Neon Park, Glenn Ross, Jim Fitzpatrick,
Andrew Butcher, Plastoc Dogs Graphics, Chris Frayne
anni: 1971 - 1975

Artista: Quicksilver Messenger Service a The Avalon Ballroom
Illustratore: Rick Griffin - 1970

Artisti: Vari, Titoli vari
Illustratori: Paul Gruwell
anni: 1960 - 1967

Artisti: sx. Beans
Titolo: Beans
Illustratore: John Van Hamersveld - 1972
Artisti: dx.Jimmy McGriff
Titolo: Black Pearl
Illustratore: John Van Hamersveld - 1972

Warner Brothers Music Show - 1971


Titolo: Aragon Ballroom
Illustratore: Jayzey Lynch - 1970



giovedì 20 ottobre 2016

I RUMORI ED I SUONI ONOMATOPEICI - STUDIARE PARTE SECONDA

I RUMORI ED I SUONI ONOMATOPEICI

I suoni e i rumori cosiddetti onomatopeici, vengono rappresentati nei fumetti cartacei, in modo grafico. Nei comics pubblicati nel web, si possono aggiungere animazioni, suoni e rumori, sconfinando nel territorio del cartone animato. Qui sotto, un elenco dei suoni e rumori più rappresentati nel fumetto.



STUDIARE PER CONOSCERE (parte seconda)
Tanto su Internet si trova di tutto, l'abbiamo già scritto nel post precedente ed anche in questo caso, è vero. Video Youtube, blog più o meno qualificati, siti internet specializzati e corsi, tanti corsi, perlopiù finanziati con soldi pubblici e che spesso, promettono successo ed illusioni. Il mercato dell'editoria è in crisi ed è davvero difficile fare del mestiere del fumettista, un vero e proprio lavoro. ma si può anche fare per passione oppure, tentare, magari qualche editore (specialmente straniero) ancora è disposto a far lavorare un giovane dotato. Per quello che ci riguarda, alla fine ciò che conta è STUDIARE e, a tale scopo, chi scrive preferisce ancora un buon libro. Qui sotto pubblico un'immagine di alcuni testi in mio possesso che consiglio (la maggior parte ancora si trovano in vendita, magari in rete). per qualunque informazione, potete scrivermi, cercherò di rispondere a tutti. In ogni caso, seguiteci, diventate nostri followers, non ve ne pentirete!


martedì 18 ottobre 2016

GIOVANI AUTORI: DAVID FERRACCI - STUDIARE PER CONOSCERE

L'AUTORE

Uscito dall'Istituto d'Arte, David Ferracci comincia a lavorare in vari studi di grafica pubblicitaria. Frequenta la Scuola Internazionale di Comics proseguendo, così, il suo percorso nel mondo del Fumetto. Attualmente collabora con la rivista Terrenostre come illustratore, grafico e tecnico del montaggio video. Disegna per la serie Dead Blood edita da Noise Press e su Mostri edito da Bugs Comics. E possiede una cassettiera per tutti i sogni che vuole realizzare. A Lucca sarà presente presso gli stand delle due case editrici per dedicare e disegnare le copie di Dead Blood #3 e Mostri #4 per cui ha disegnato delle storie all'interno.


David al lavoro e due sue tavole tratte da Dead Blood e Mostri


INTERVISTA BREVE

D- Immagino che il disegno sia stata la tua passione sin da bambino. Quando hai capito che sarebbe diventata la tua professione?
R- Quella del disegno è sempre stata una costante da quando ero piccolo, non ho memoria lucida dell'origine. Diciamo che posso risalire a quando avevo 4 anni circa, quando cominciavo a disegnare i primi elefanti di profilo con un occhio solo invece che due come tutti i bambini sani di mente.Appena appresi i primi rudimenti della lettura mio nonno inaugurò l'appuntamento del mercoledì comprandomi Topolino. Cominciavo così a prendere carta e bic e ricopiare i personaggi più disastrati, come Paperino per esempio, e devo dire che con Topolino non ho appreso solo a disegnare ma anche a scrivere, diciamo che ha arricchito a modo suo il mio vocabolario. Poi ovviamente casa di mio nonno era sempre piena di Tex, Zagor e Dylan Dog. Siamo tutti un po' figli del bianco e nero.

D- Consiglieresti ad un giovane di oggi, di intraprendere la strada dell'illustrazione e del fumetto?
R- Beh mi stai offendendo così hehehe... Il giovane in questione sono io. Due anni fa ho cominciato a propormi alle case editrici durante le fiere del fumetto e ho all'attivo 4 pubblicazioni con Noise Press e Bugs Comics. Sicuramente consiglierei di intraprendere la professione a tutti coloro che sentono di doversi esprimere attraverso la narrazione visiva, con tutti i sacrifici del caso.

D- Quali difficoltà riscontri nella tua attività, con l'editoria italiana?
R- Come dicevo prima, data la mia recente attività nell'ambiente, non ho ancora assaporato tutto lo spettro cromatico diciamo. Una cosa che mi ha colpito è la lentezza nell'evoluzione e nell'aggiornamento. Siamo ancora ancorati a vecchi modi di concepire il prodotto finito...e ti parla uno che la vecchia scuola ce l'ha sempre sulla scrivania, ma non è questo il punto. Ti parlo di innovazione nella tecnologia come mezzo di fruizione. Ovviamente il discorso è a doppio senso di marcia, riguarda sia l'editoria che i fruitori, è un Uroboro. Quello che all'estero è uno starting pack qui sembra faticare ad entrare. Comunque tutto ciò sta cominciando a farsi sentire oggi e sono felice, soprattutto nelle piccole case editrici che prestano parecchia attenzione alla cura del prodotto sia cartaceo che digitale. Soprattutto vedere reparti interi dedicati al fumetto.

D- Puoi descriverci brevemente, le tecniche che usi? Digitale, tradizionale o entrambi?
R- Dipende dal tipo di storia che tratto. Posso riassumere il mio approccio così: Essendo in una fase "additiva" non mi piace limitare le mie tavole alla sola tecnica a china tradizionale, ma rifinire il tutto in digitale. Questo sia per esigenze di ricerca stilistica che di tempo di realizzazione. Non ho problemi nell'usare qualsiasi tipo di strumento con qualsiasi tecnica dalla più grafica e sintetica alla più pittorica, soprattutto nell'illustrazione dove mi sento più libero.

STUDIARE PER CONOSCERE

Tanto su Internet si trova di tutto, c'è anche Wikipedia, se uno si vuole informare. Vero. ma è anche vero che non si può "studiare" solo con internet; spesso, chi scrive è superficiale, poco documentato e, a meno che non si vogliano spendere soldi per acquistare libri, siano cartacei che digitali, è difficile approfondire davvero un argomento. Il vantaggio di seguire siti specializzati o blog (come questo :)), è che c'è qualcuno che studia per noi e diffonde le proprie conoscenze e la propria passione. E' quello che tentiamo di fare con questo blog. Seguiteci se siete appassionati o interessati e diffondetelo; più saremo e più chi ci lavora, sarà stimolato a proseguire.

Alcuni testi, alcuni datati, sui quali ci documentiamo.